
L’ultima serata aperta al pubblico si è tenuta ieri sera, 8 gennaio
PEZZE DI GRECO – Un tuffo nel passato di oltre un secolo per rivivere la natività del Signore e dare vita ad una delle rappresentazioni più originali della civiltà contadina di un tempo.
Questo è stato anche quest’anno il “Presepe vivente di Pezze di Greco”, giunto alla sua 34.ma edizione ed organizzato dalla omonima associazione presieduta dal parroco della frazione don Donato Liuzzi.





L’ultima serata della rappresentazione si è tenuta ieri sera (8 gennaio) nella Lama del Trappeto a ridosso della strada provinciale che collega Pezze di Greco a Torre Canne, dove nei sette giorni di apertura si sono registrati oltre 30 mila visitatori.
Un enorme successo che ha visto oltre 300 figuranti e tantissimi volontari addetti al servizio d’ordine, lavorare per mesi per ritornare a rivivere l’esperienza magica del presepe vivente nelle grotte di Lama del Trappeto.

Il Presepe Vivente, ambientato storicamente nella civiltà contadina di fine ‘800 e del ‘900, è rappresentato in un complesso di grotte ricavate nella Lama del Trappeto. La civiltà del “Vivere in grotta” ebbe il maggior sviluppo intorno al XII XIII secolo, in seguito alla fuga dei monaci basiliani dal vicino Oriente a causa delle guerre iconoclastiche.





Ogni grotta corrisponde a un anfratto abitativo. In totale sono state 23 le postazioni allestite nelle varie grotte: dagli stazzi degli animali, alla nòria (che serviva per attingere acqua dalla falda sotterranea), al fabbro, al massaro, al maniscalco, alla tufaia e al bivacco dei viandanti, alla grotta dei canti e balli, a quella delle pettole, a quella dello speziale, del miele e dei dolci, al rattoppa creta, alla carbonaia, al molino con la filatura del pomodoro Regina di Torre Canne, alla grotta dei balocchi e alla taverna, all’aia, al trappeto (frantoio) ipogeo, alla bottega, al forno, alla grotta del casaro, a quella della lavorazione del cotone, della lana, al ricovero dei pastori e alla grotta del falegname e per concludere alla grotta della natività.





In quest’ultima un grande silenzio avvolgeva la Natività, non più i lamenti degli uomini schiacciati dalla fatica di ogni giorno, né le risa gioiose dei fanciulli, né il vociare delle donne, ma il risuonare dell’annuncio di un domani ricco di speranza.





Ancora una volta la associazione “Presepe vivente” ha fatto rivivere nel villaggio rupestre di Lama del Trappeto la vita spirituale e operosa dei monaci, bizantini e benedettini, che assieme alla gente umile trovarono conforto e rifugio in questi luoghi primordiali.
(Fotoservizio di Mario Rosato)