
Ieri mattina nell’auditorium del Salvemini
“Dobbiamo tramutare la paura in coraggio” può essere forse la frase che meglio riassume l’intervento dello scrittore Tommy Di Bari nella giornata di ieri, 15 marzo, al Salvemini, per la presentazione del suo nuovo libro “Mennea, l’uomo che ha battuto il tempo”, Cairo editore, tenutasi ieri nell’auditorium del Salvemini, alla presenza di un gremito pubblico di ragazzi.
Il libro non è una semplice biografia, ma la storia di come un uomo del sud, cresciuto in un quartiere povero, abbia realizzato l’ambizione di superare se stesso, infrangendo record e portando il suo messaggio di sacrificio al resto del mondo.
“Quella di Pietro è una storia che mi ha emozionato” racconta Di Bari, sin da quando ha incontrato la moglie del velocista barlettano, scomparso qualche anno fa, che ha accolto con gioia l’idea di scrivere un libro sull’esperienze del suo Pietro. Un uomo che ha cominciato con delle gare per gioco nel suo paese e che ha proseguito poi l’attività agonistica dapprima alla Polisportiva dell’AVIS di Barletta e in seguito col trasferimento a Roma appena ventenne.
Qui comincia la sua attività agonistica insieme al suo maestro e mentore Carlo Vittori che gli insegnerà a carpire la paura e a trasformarla in coraggio. Quella paura che si insinuerà in lui molte volte e che spesso lo porterà anche a sconfitte, come quella ai giochi olimpici di Montréal del 1976.
E nonostante le rivalità sportive, da ricordare quella col russo Borzov all’epoca della guerra fredda, ha sempre creduto nel rispetto verso gli altri, valori spesso persi negli sport odierni. Memorabile fu la sua impresa alle Universiadi di Città del Messico dove divenne l’uomo dei record coi suoi 19.72’’ nella finale dei 200 metri, record che resistette per oltre 16 anni.
Un uomo “nero dentro”, come amava ripetere il suo idolo, e poi amico, Tommie “Jet” Smith, che non appena nota che quel mondo, fra sponsor commerciali e l’ombra del doping, non è più suo fa un passo indietro e decide di ritirarsi, conseguendo quattro lauree e dando inizio alla sua attività politica.
“Nulla deve essere lasciato al caso”, nessuno dice che dobbiamo necessariamente diventare qualcuno ma dobbiamo tentar di capire fin dove possiamo spingerci, per non arrivare da adulti a pensare di aver vissuto una vita che non ci apparteneva. Ed è questo l’augurio più grande di Tommy di Bari ai ragazzi del Salvemini.