
Abbiamo intervistato il giovane attore
FASANO – Esordio sullo schermo televisivo per l’attore fasanese Michele Savoia. RaiUno proporrà questa sera, alle ore 21, la prima visione del film “Brave ragazze”, nel cui cast è presente anche il nostro concittadino nel ruolo dell’agente scelto di polizia Vito Liuzzi, al fianco del commissario Morandi (Luca Argentero) e della vice Franca (Michela Andreozzi, regista anche del film prodotto nel 2018 e trasmesso per la prima volta al cinema un anno dopo).
«Si tratta – afferma Michele Savoia – della mia terza collaborazione con Michela Andreozzi: la prima nel cortometraggio “Dugu”, la seconda nel film “Nove lune e mezza” e ora nella produzione cinematografica “Brave ragazze”. Sto vivendo la vigilia della messa in onda sui canali Rai con molta gioia, è davvero una bellissima sensazione che non avevo ancora mai provato, spero sia l’inizio di una lunga serie». Michele Savoia ha iniziato il suo percorso teatrale, a Fasano, circa 13/14 anni fa per poi trasferirsi a Roma e studiare in Accademia e da circa dodici anni svolge l’attività teatrale in maniera professionale.
«Qualche anno fa – riprende Michele Savoia – ho avuto modo di lavorare al fianco di Massimiliano Vado, marito di Michela Andreozzi e, in quella occasione, ho conosciuto anche sua moglie che mi ha visto, notato e ha apprezzato il mio modo di recitare. Abbiamo iniziato a lavorare insieme e lei crede tantissimo in me, più di me stesso. E questa è una gran bella cosa, mi dà lo sprone per fare sempre meglio e credere nelle mie capacità, e per questo non finirò mai di ringraziarla. Ha creduto in me nel cortometraggio “Dugu”, mi ha richiamato nel film “Nove lune e mezza” e ora la riconferma in “Brave ragazze”.
Michele Savoia, quindi, interpreta la parte dell’agente di polizia Vito Liuzzi, affianco al commissario Morandi e alla sua vice Franca. «Michela – riprende Savoia – mi ha dato massima libertà nello scegliere il nome del poliziotto che avrei interpretato, purché richiamasse la Puglia (essendo il mio il ruolo di un agente di origine barese). Ho scelto il cognome Liuzzi per omaggiare la mia figlioccia Sofia e la mia docente Teresa, deceduta qualche anno fa. Due figure femminili, come altre che hanno segnato il percorso della mia vita». I tre poliziotti sono chiamati a svolgere le indagini su un gruppo di criminali, composte da quattro donne (tra queste Ambra Angiolini, impegnate nel compiere rapine a cavallo degli anni ‘80: un film ispirato ad una storia vera e ambientato a Gaeta.
Una produzione questa del 2018 e ora trasmessa in prima tv su RaiUno. E ora qual è l’impegno di Michele Savoia? «Insegno didattica online – afferma a GoFasano –, non possiamo purtroppo fare altro. Il Covid ha messo k.o. il nostro settore, cinema e teatri sono chiusi e le produzioni sono quindi ferme. Una scelta che non condivido perché i dati parlano chiaro: solo un caso di contagio in questo 2020 nell’ambito teatrale e cinematografico. Anche il pubblico che stava seguendo i nostri spettacoli, se distanziati e con mascherine, erano davvero al sicuro, come quando vai in chiesa a seguire la messa (attività concessa, ndr)».
È affranto Michele quando parla della situazione che stiamo vivendo nel mondo. «Il nostro è fra i settori che più stanno soffrendo questa pandemia – spiega – e sono arrabbiato quando vedo una parte della popolazione che infrange le regole, non rispettandole. Mi riferisco anche a quelle categorie che non sono penalizzate dalle chiusure: esercenti commerciali che continuano a lavorare non indossando le mascherine e non facendo rispettare le regole. Forse non hanno capito che dobbiamo fare tutti gli stessi sacrifici per uscire quanto prima da questa assurda situazione ed evitare di fare gli egoisti».