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Il 15enne fasanese torna a raccontare a Gofasano la sua passione per la scrittura attraverso le pagine del suo nuovo libro.
FASANO – Ha solo 15 anni e sta presentando il suo secondo libro: il giovanissimo fasanese Antonio Spada, dopo “La coraggiosa battaglia di Luca. Alla ricerca della libertà” pubblicato lo scorso anno, lancia “Un destino comune” (Fides Edizioni). Antonio è tornato a raccontare a Gofasano la sua straordinaria passione per la scrittura e come riesce a dar vita a emozioni attraverso le pagine dei suoi libri.
Qual è il tema principale del tuo nuovo libro “Un destino comune”?
Il mio nuovo libro “Un destino comune” è particolare, perché in un primo piano, a occhi chiusi, il tema che spicca di più è quello della guerra in Ucraina ma, in realtà, il mio intento era quello di utilizzare la guerra come simbolo dell’odio e la relazione che nascerà tra i due protagonisti come simbolo dell’amore. In pratica, dimostrare che l’amore è in grado di sconfiggere qualunque ostilità.
Puoi darci una breve panoramica sul contenuto di “Un destino comune” e come si differenzia dal tuo primo libro, “La coraggiosa battaglia di Luca”?
“Un destino comune” è un libro in cui parlo della storia di due ragazzi, due adolescenti ucraini orfani, Dylan e Nataliya. Si incontrano, per caso, in un orfanotrofio e tra di loro nascerà una tenera storia d’amore. I due verranno messi di fronte a diversi bivi dalla quale sarà difficile uscirne. Sarà complicato soprattutto per Nataliya che dovrà, spesso, fare i conti con la solitudine e la lontananza dal suo amato. Penso che rispetto al primo libro ci siano elementi diversi, quali una maturità più accentuata tra i protagonisti, una maggiore articolazione del linguaggio, maggiore fluidità e soprattutto molta più suspense.
Come è nata l’idea per questo secondo libro e quali sono le tue principali fonti di ispirazione nella scrittura?
È caratteristico il modo per cui sia nata l’ispirazione per questo libro: era un periodo importante della mia vita, ricco di emozioni forti. Una notte d’estate, mentre leggevo un romanzo con le farfalle allo stomaco, ho pensato che forse sarebbe stato utile scrivere qualche parola sulle pagine bianche del mio taccuino. Da semplici parole sono nati argomenti impensabili, dubbi esistenziali, ed è lì che si è accesa in me una luce, quella che chiamano ‘ispirazione’, dunque ho pensato di iniziare a scrivere un romanzo sul rapporto amore-odio e da tutti quei pensieri confusi: da qui il libro.
Qual è il messaggio che speravi di trasmettere attraverso “Un destino comune” e come pensi possa influenzare i lettori?
Ciò che voglio trasmettere ai lettori attraverso “Un destino comune” è rappresentare il mondo degli adolescenti, anche se in questo caso in un ambiente particolare, ma l’obiettivo rimane lo stesso. Far conoscere a tutti, soprattutto ai più grandi, ciò che i ragazzi vivono ogni giorno. Questo libro ha lo scopo di dimostrare che l’amore vince su tutto, ma un sentimento particolare, quello adolescenziale, di due ragazzi, all’inizio immaturi, che cercano di crescere insieme, sbagliando, ma ritrovandosi sempre. Voglio far capire ai lettori com’è il mondo di noi adolescenti nella società di oggi…partendo, però, da un argomento molto delicato, ovvero l’amore. Spero di arrivare ai lettori, facendo capire loro che odiare, provare rancore, non serve a nulla, solo a farsi del male. Molti potranno pensare che per amore si soffra, ma per lo stesso sentimento si è anche felici. Noi ragazzi abbiamo bisogno di amare e combattere l’odio per poterci costruire una casa, mattone dopo mattone, esperienza dopo esperienza.
Come è stato il processo creativo nel passare dal tuo primo libro a questo secondo, e ci sono sfide specifiche che hai affrontato lungo il percorso?
Dal primo libro al secondo sono cambiate un sacco di cose: è cambiato il mio modo di scrivere, di pensare, di elaborare. Ho iniziato a ragionare da ragazzo un po’ più grande e non più da ragazzino. Sì, perché la scrittura, quel processo creativo, ti cambia dentro. Quelle pagine ti sbattono in faccia la realtà. Una realtà altrui, che talvolta, anzi spesso, combacia con la tua. La scrittura, così come la lettura, sono stati il mio slancio di crescita per migliorare. In questo secondo libro, poi, ho cercato di lasciarmi andare maggiormente, di aprirmi, per dimostrare sempre di più a tutti coloro che leggono, che tante esperienze negative da loro vissute, sono state anche vissute da altre persone. Ed è per questo motivo che non bisogna vergognarsi di raccontarle. È vero, è stato difficile anche per me parlare di una tematica che mi sta tanto a cuore, ma una delle sfide che ho dovuto affrontare è stata proprio quella dell’orgoglio. Metterlo da parte è stato sicuramente molto complicato, specialmente per uno come me, ma so di aver fatto la scelta giusta. Ad un certo punto ho sentito la sensazione di liberarmi di qualsiasi peso, parlandone, anche, ad un pubblico più vasto, ovvero quello dei lettori.
C’è un legame tematico o narrativo tra i due libri, “La coraggiosa battaglia di Luca” e “Un destino comune”, che intendevi mantenere?
Tra i due libri c’è sicuramente un legame che li tiene stretti, ovvero quello del mondo adolescenziale, ma soprattutto quello dell’amore. Ci ho fatto caso anch’io che in entrambi i libri, io abbia parlato di questo sentimento perché penso che questo sia come immaginare un futuro felice fuori dalla realtà e questa nuova realtà mi fa stare bene. Per me era ed è una speranza che riaccende il cuore. È una tematica che mi sta a cuore, perché amare significa anche non essere lì fisicamente, ma sapere di sostenersi a vicenda, sempre e per sempre. C’è, inoltre, un altro legame che tiene saldi i protagonisti, la famiglia. Sia per Luca, protagonista del primo libro, sia per Dylan, protagonista del secondo, questa è la cosa più importante; un po’ come i legami che tengono salda la mia vita.
Come descriveresti lo stile del tuo scritto in “Un destino comune” e come pensi che si sia evoluto rispetto al tuo primo lavoro?
Ho subito notato delle differenze tra il primo e il secondo libro, rileggendoli. È cambiato parecchio il mio modo di scrivere, forse un po’ più adulto. Scrivendo il secondo libro, inoltre, ho ottenuto una maggiore padronanza di un linguaggio ancora più specifico, ricco di descrizioni, a volte formale, ma allo stesso tempo semplice e ricco di dialoghi.
Quali sono i tuoi progetti futuri nel campo della scrittura? Hai già in mente il prossimo libro o hai altri progetti in cantiere?
Sono un ragazzo tanto ambizioso e come ragazzo ambizioso che rispetti, sono circondato da diversi e importanti impegni futuri. Sicuramente la scrittura rientrerà nella mia realtà giornaliera, così com’è sicuro che un prossimo libro uscirà. Dentro di me so che lo ‘scrittore’ non è ciò che voglio diventare un domani. Attualmente, la scrittura rientra nelle mie diverse priorità, ma se dovessi fare un pensierino al futuro, risponderei dicendo che il mio sport, ovvero la pallavolo, e il mio obiettivo di diventare un qualcuno nel mondo dell’economia e del mercato, sono gli obiettivi a cui do la massima precedenza.
La pallavolo, in particolare, oggi è molto determinante per me, perché grazie alla squadra, al capitano e al mister ho conosciuto una parte di me di cui non sapevo l’esistenza. Lo sport e la scrittura sono stati fondamentali per capire la mia identità, capire chi sono io.
Sono sicuro che mi faranno da spalla anche in futuro.
Infine, cosa vorresti che i lettori ricordassero di più dopo aver letto “Un destino comune”?
Spero che grazie a questo mio libro possiate ricordarvi di me un domani, ma il mio obiettivo principale è far capire a tutti che scrivere è essenziale per la vita, proprio come dice una parte del mio libro. Ciò che voglio dire è che il mio scopo non è spronare tutti a scrivere un libro, ma spronare tutti, almeno la maggior parte, a scrivere anche solo due righe quando si ha l’ispirazione perché, ve lo assicuro, la scrittura libera da tanti problemi, perché quelle pagine bianche che andrete a colorare con le vostre parole non si potranno mai ritorcere contro di voi. Quelle parole rimangono lì, su quel taccuino, ma saprete che scrivere quelle parole vi ha aiutato in un momento di difficoltà.
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