Eseguita l’autopsia presso il cimitero di Fasano
FASANO – Un presunto caso di malasanità tutta fasanese. Una presunta morte sospetta sulla quale la Procura della Repubblica di Brindisi sta eseguendo ulteriori indagini per fare piena luce su quanto accaduto.
Tutto ha inizio nella serata del 21 febbraio 2017: una fasanese di 71 anni – Antonia F. – accusa un malore e si reca all’allora pronto soccorso dell’ospedale “Umberto I” di Fasano (proprio in quel periodo il pronto soccorso fasanese è in fase di dismissione per essere trasformato in Ppit). Quella sera la donna, dopo essere stata visitata e sottoposta ad elettrocardiogramma e ad altri accertamenti e non essendo possibile (a causa dell’ora) sottoporla a Fasano a consulenza cardiologica viene invitata a proseguire i controlli presso l’ospedale di Ostuni. La donne, però, decide di non andare a Ostuni e firma le dimissioni e viene invitata a tornare il giorno successivo – il 22 febbraio – per terminare i controlli presso il nosocomio fasanese. La donna il giorno successivo, in prima mattinata, si reca nuovamente in ospedale ed effettua una serie di analisi e accertamenti che proseguono fino al pomeriggio inoltrato, dopo di che le viene consigliato il ricovero in un’altra struttura ospedaliera che la donna però rifiuta per motivi familiari.
Secondo quanto sostenuto dai parenti della donna, la stessa, dopo aver firmato le dimissioni, sarebbe stata invitata a sottoporsi a successivi controlli una settimana dopo, nonostante gli stessi parenti, che l’avevano accompagnata al pronto soccorso, insistessero perché fossero effettuati ulteriori controlli, peraltro inizialmente suggeriti dal cardiologo che nel corso della mattinata aveva effettuato un primo consulto specialistico.
La donna fa così rientro a casa, dove purtroppo muore nella mattinata del giorno successivo, il 23 febbraio 2017.
L’11 luglio 2017 i parenti della donna presentano una denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica di Brindisi in relazione a quanto accaduto nei due giorni precedenti il decesso.
Parte una indagine e, come da prassi, la Procura di Brindisi iscrive nel registro degli indagati, per omicidio colposo, 4 medici dell’Ospedale di Fasano che nei due giorni precedenti al decesso avevano sottoposto a visita e controlli la donna.
Una prima perizia, compiuta dai consulenti incaricati dal sostituto procuratore della Repubblica di Brindisi, Luca Miceli, esclude la responsabilità dei 4 medici e, pertanto, viene chiesta l’archiviazione delle indagini. Ma queste conclusioni non hanno convinto il Giudice per le Indagini Preliminari, Giuseppe Biondi, il quale, a seguito dell’opposizione formulata dai legali che rappresentano e assistono sin dall’inizio i familiari della 71enne fasanese, Maria Rosaria Olive e Mauro Blonda, ha ordinato la prosecuzione delle indagini, disponendo l’autopsia.
Autopsia che è stata eseguita nella mattinata di sabato scorso 16 marzo, presso il cimitero di Fasano, dopo che la salma della donna è stata riesumata.
Ad eseguire l’autopsia è stato il medico legale Antonio Carusi, incaricato dal Pm di dar corso alle ulteriori indagini, in modo da eseguire gli ulteriori accertamenti disposti dal Gip, tesi ad accertare se vi furono negligenze e colpe da parte dei medici dell’ospedale di Fasano e se furono queste, come sostengono i parenti della defunta, a causarne la morte.
Si attende ora l’esito della autopsia e delle determinazioni del medico legale per capire se vi siano state o meno responsabilità da parte dei 4 medici.