
La donna sarebbe stata costretta a ben nove aborti e, nel quotidiano, a mangiare gli avanzi del marito
FASANO – Vent’anni di inferno dentro le mura di casa: costretta a mangiare avanzi, subire umiliazioni quotidiane e aborti forzati, mentre il marito la trattava come una schiava. È questa la drammatica storia di una donna di Fasano, emersa dopo decenni di silenzio, che inizia nel 2000 e che si è conclusa con una condanna in primo grado per il responsabile, un uomo di 80 anni.
La vittima, secondo quanto ricostruito, era ridotta a vivere senza dignità, privata di qualsiasi libertà. Il marito le imponeva regole disumane e usava la violenza per mantenere il controllo. Un’esistenza segnata da soprusi, dove ogni tentativo di ribellione veniva represso con minacce e abusi.
La svolta è arrivata con la denuncia coraggiosa della donna, supportata da un centro antiviolenza, che ha permesso di svelare anni di maltrattamenti e sofferenze. I giudici del Tribunale di Brindisi, nonostante per l’uomo fosse stata richiesta l’assoluzione, hanno condannato l’uomo per i reati commessi, riconoscendo la gravità della situazione e la fondatezza delle accuse.
La vicenda, finita già su diverse testate nazionali, sta scuotendo l’intera comunità fasanese.
La difesa dell’uomo ha già annunciato ricorso in Appello.