
La scrittrice palermitana, ospite della rassegna letteraria presso la Biblioteca di Comunità, ha presentato il suo romanzo best seller “Come l’arancio amaro”
FASANO – Secondo appuntamento, ieri (21 gennaio), della rassegna “Pòr-ti-ci” organizzata dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il Presidio del Libro di Fasano.
Ospite nella nuovissima sede della Biblioteca di Comunità “I. Ciaia”, Milena Palminteri con il suo romanzo best seller Come l’arancio amaro (Bompiani).
In apertura di incontro la referente del presidio Annamaria Toma ha sottolineato i molteplici valori reali e simbolici di un luogo come la biblioteca.
A intervistare l’autrice palermitana è stata l’assessore alla Cultura Cinzia Caroli, che ha paragonato il romanzo a un ricamo, «curato in ogni dettaglio, con gli intrecci perfettamente in armonia».
Un romanzo intenso e immaginifico, che si assapora anche per la musicalità dello stile e del linguaggio dialettale.
«Per la lingua devo molto ai “miei autori”: da Verga e Pirandello, naturalmente, fino a Consolo e Bufalino».
Un libro di successo – che su stessa ammissione dell’autrice le ha provocato non poco imbarazzo –, frutto di 5 anni di laboratorio con la scrittrice Antonella Cilento e 5 anni di stesura.
Persino la scelta del titolo è stata controversa.
Alla fine, durante una ricerca, la scoperta di questo albero, bello ma con il difetto di dare solo frutti amari, che però salva gli altri alberi prestandosi all’innesto, rendendo i loro frutti dolci e buonissimi.
Una similitudine che calza alla perfezione con le tre protagoniste della storia.
Sabedda, la cui storia si innesta con quella di Nardina e l’intraprendente Carlotta, il frutto di questo innesto.
Come l’arancio amaro ha avuto l’obiettivo di fotografare le donne della Sicilia.
Ma ci sono anche molti pittoreschi personaggi maschili, pescati nella memoria dell’autrice, come zi’ Pippino, Stefano e don Calogero.
«Un uomo protettivo che però non possiede. L’uomo che avrei voluto incontrare nella mia vita» ha dichiarato la Palminteri.
L’autrice rivela che c’è stata una costruzione affettiva di tutti i personaggi del romanzo, da cui, dopo tutto questo tempo, avverte l’urgenza di separarsi.
«Fatene ciò che volete dei miei personaggi e della storia. Il libro adesso è vostro: divertitevi al leggerlo come io mi sono divertita a scriverlo».
Prossimo appuntamento della rassegna a febbraio con Enrico Galiano e il libro “Geografia di un dolore perfetto” (Garzanti).
