La nota dell’archeologo nonchè consigliere comunale del movimento “in Comune”
FASANO – «Cosa fare del tracciato di un’antica strada romana che, vicino a Egnazia, corre a ridosso del mare fra Savelletri e Torre Canne per almeno cinquanta metri? Ci si parcheggia sopra con le autovetture, ovviamente, e la si lascia in preda alle erbacce e alla plastica degli incivili». Lo afferma il prof. Vito Bianchi, archeologo e scrittore, docente universitario, nonché consigliere comunale del movimento “in Comune” di Fasano.
«Purtroppo – continua Bianchi – nel territorio di Fasano, è questa la fine di alcuni beni culturali. Ed evidentemente chi governa la città non ha a cuore Storia e il Paesaggio dei luoghi. Perché non è nemmeno una questione di ignoranza, ma proprio di insensibilità. Ho personalmente e ufficialmente informato l’amministrazione comunale di Fasano della questione, con un’apposita interrogazione in consiglio comunale, mesi fa. Nella circostanza, sottolineai che ci sarebbe chi, come la Lega Navale Italiana – Sezione di Fasano, intenderebbe tutelare l’antica strada a proprie spese, pulendo e delimitando l’area interessata dal rinvenimento. Insomma, ci sarebbe la possibilità di recuperare il bene culturale con l’opera di volontariato di un’associazione che si è messa a disposizione per valorizzare un pezzo del patrimonio archeologico fasanese.
In particolare, la Lega Navale si è dichiarata disponibile a realizzare opere di ripulitura del tracciato viario tramite l’asportazione del materiale incoerente presente, con una recinzione da conseguire mediante paletti dotati di base, semplicemente appoggiati e con relative catenelle di collegamento, oltre alla sistemazione di una piccola targa su piedistallo con le indicazioni storiche e culturali necessarie a una migliore fruizione del sito, e questo, si badi, senza alcun aggravio di spesa per l’ente pubblico. Ma al sindaco, Francesco Zaccaria (e al suo assessore alla Cultura e Turismo, Cinzia Caroli), tutto ciò non interessa, nemmeno se l’intervento di salvaguardia è gratuito: ci è stato risposto che lì vicino passerà, prima o poi, una pista ciclabile, e allora si vedrà il da farsi, secondo l’illuminato giudizio del primo cittadino. Fatto sta che neanche gli esperti che stanno approntando la pista ciclabile, in Regione Puglia, parrebbero a conoscenza dell’antica carreggiata stradale.
Peraltro, la situazione è stata dal sottoscritto debitamente segnalata a Soprintendenza archeologica e Polo Museale. Sperando che gli organi ministeriali, almeno loro, possano intervenire al più presto, stante l’insipienza di chi attualmente governa il Comune di Fasano, nel cui territorio ricade la strada. L’abbandono di un asse viario bimillenario è infatti il sintomo di quanta considerazione il sindaco Zaccaria e i suoi sodali annettano al patrimonio storico, archeologico e culturale del comprensorio fasanese.
Eppure, l’antica viabilità rappresenta uno degli elementi caratterizzanti e di più immediata percezione della storia e dell’archeologia di un territorio, come documentato anche da recenti studi riguardanti la Via Minucia, un’antica strada evolutasi successivamente, fra l’età antica e il Medioevo, prima in Via Traiana e poi in Via Francigena. Per non dire che il 2019 è l’anno dello Slow Tourism, il turismo lento, che privilegia proprio gli antichi percorsi viari. Ma niente: purtroppo, pare che al Municipio di Fasano, sede dell’amministrazione comunale, di queste e altre cose non si sappia nulla…».
Invitiamo tutti i responsabili della cultura e il Sindaco di Fasano in primis di prestare la massima attenzione al bene archeologico in oggetto. Alla vigilia del piano del Mibac per la rinascita dell’Appia antica, tutti i Comuni interessati Non devono trovarsi impreparati per la rinascita dei beni presenti nel loro territorio.
Non saprei cosa commentare se l’incuria del Comune o il vandalismo della gente….