Questa mattina si è tenuto un sit-in pacifico in via Giardinelli per chiedere sostegno alle istituzioni / LE FOTO
FASANO – «Non ce la facciamo più, non abbiamo più soldi per pagare affitto, energia elettrica, tasse. Ora basta!». Si è levato forte questa mattina (7 aprile) il grido di protesta dei commercianti ambulanti del settore non alimentare, durante una manifestazione pacifica e autorizzata organizzata in via Giardinelli, lì dove ogni mercoledì si svolge il mercato settimanale. Con l’istituzione però della zona rossa, da oltre un mese a Fasano (così come in tutta la regione), questo tipo di commercio è sospeso, in attesa del calo dei contagi da Covid-19.
«Non siamo noi la causa della diffusione del virus – hanno ribadito questa mattina –, però ci siamo dimostrati sempre responsabili e abbiamo deciso di collaborare e di sospendere la nostra attività. Ma non vediamo alcun miglioramento della situazione e le istituzioni non ci sono per niente vicine. Non abbiamo più soldi per andare avanti, le tasse bisogna pagarle, ma non abbiamo entrate. Il Governo non ci sostiene e qui in Puglia non si intravede minimamente la via di uscita da questa maledetta zona rossa. Non sappiamo più cosa fare, come andare avanti. O dobbiamo pagare le tasse o dobbiamo dare da mangiare ai nostri figli, dateci una mano».
Questa mattina, la manifestazione si è svolta in maniera molto pacifica e, per dimostrare la loro solidarietà, sul posto c’erano anche il sindaco Francesco Zaccaria e l’assessore Luana Amati. «Noi – ha detto il primo cittadino di Fasano – non possiamo far nulla in questo momento se non manifestare la nostra vicinanza e solidarietà al vostro settore. Purtroppo, la nostra regione è in zona rossa e forse lo sarà per almeno altri dieci giorni. Tenete duro, questa è l’unica cosa che mi sento dire, porterò le vostre istanze a chi di competenza, ma io ho le mani legate e non posso prendere decisioni su argomenti di competenza nazionale e regionale. Siate forti ancora un po’».
«Siamo stanchi di questa situazione che continua a ripetersi da oltre un anno e mette in ginocchio sempre di più le nostre attività – spiegano gli organizzatori del sit-in di protesta –. Siamo sconcertati da quanto siamo poco considerati dalle istituzioni che, in tutto questo tempo, oltre al danno di non farci vedere un euro, hanno dilaniato i nostri mercati imponendoci regole, spostando i mercati fuori città e addirittura, in molti casi chiudendoli totalmente. È arrivato il momento di reagire – hanno concluso –, di far capire a chi siede su quelle poltrone che siamo il motore trainante di questa economia, che noi esistiamo e che ci siamo per batterci per il nostro diritto al lavoro».