
La cerimonia si è svolta ieri a Brindisi
BRINDISI – Si è svolta ieri (2 giugno) a Brindisi, organizzata dalla Prefettura in collaborazione con il Comune di Brindisi e della Brigata Marina San Marco, la cerimonia commemorativa del 75.mo anniversario della proclamazione della Repubblica.
Alla presenza del Prefetto Carolina Bellantoni e delle massime autorità civili e militari provinciali, la cerimonia ha mantenuto un tono particolarmente sobrio, in relazione all’emergenza sanitaria in atto ma, nonostante ciò, diversi sono stati i premiati e non è di certo mancata la commozione dei presenti.
Hanno ricevuto l’onoreficenza di Cavaliere la dott.ssa Teresa Anna Calamia di Campi Salentina farmacista presso l’ospedale “Perrino” di Brindisi, la dott.ssa Maria Antonietta Olivieri di Brindisi capo di gabinetto della Prefettura brindisina, il luogotenente Giancarlo Stifani di Brindisi in servizio presso la scuola volontari dell’Aeronautica Militare di Taranto, il brigadiere Capo Antonio Taurisano di Francavilla Fontana, in servizio presso il nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Taranto, ed il maresciallo Ferruccio Triarico di Brindisi, sottufficiale della Capitaneria di Porto. E’ stata poi conferita la medaglia d’oro al fuciliere di marina Ciro Francesco Piergianni di Brindisi e ben tre medaglie d’onore ai soldati deportati e internati nei campi nazisti durante il secondo conflitto bellico. Le medaglie d’onore sono state assegnate a Giuseppe Antonio Ciccarese di Erchie, al soldato Giuseppe Romanelli di San Michele salentino ed al soldato fasanese Gennaro Zaccaro.
Il soldato di leva Gennaro Zaccaro, classe 1922, figlio di Giovanni e di Teresa Grassi, il 1° maggio del 1942 fu arruolato nel“Regio Esercito Italiano”presso il distretto di Taranto.
Dopo un breve addestramento nel distretto di appartenenza, a settembre del medesimo anno, fu trasferito nel Reggimento Artiglieria di Napoli – Castellamare di Stabia. Lì cominciava la sua avventura al servizio della Patria. Una storia tutta da raccontare, fatta di enormi sacrifici, amore verso il prossimo e senso del dovere. Dopo più di un anno di istanza presso il suo Comando di appartenenza riuscì a ricevere qualche giorno di licenza per recarsi dai suoi familiari nella sua amata Pezze di Greco.
Nei giorni di permesso che gli furono concessi, la situazione politica e militare italiana andava destabilizzandosi sempre più. I soldati italiani erano spaesati e privi di direttive univoche, quasi abbandonati a sé stessi dal Re e dal Governo. Più che comprensibili, dunque, appaiono i tentennamenti del ventenne Gennaro Zaccaro che, nonostante ciò, decise di rientrare al suo Comando di appartenenza. Fondamentale fu il ruolo svolto da mamma Teresa che gli ripeteva sempre quanto fosse importante servire e onorare la Patria. Questi furono i suoi ultimi insegnamenti, che rimarranno per sempre incisi nella mente del giovane Gennaro.
Il 6 settembre 1943, due giorni prima dell’armistizio, fu trasferito al 122.mo Reggimento Artiglieria di Mantova, con molta probabilità costretto dai militari tedeschi.
Il 9 settembre 1943, insieme a non meno di un milione di altri militari in tutto il territorio italiano, fu fatto prigioniero dai tedeschi. I soldati italiani furono posti di fronte ad un aut aut: o l’adesione al nazifascismo o la prigionia con il lavoro forzato. Qualche giorno dopo, fu deportato in Germania presso un campo di internamento a Colonia. Un’esperienza che l’ha molto traumatizzato, segnata dal duro lavoro, dalla fame, dai soprusi da parte dei nazisti e da episodi di uccisione dei suoi commilitoni che venivano gettati contro il reticolato di filo spinato ad alta tensione o fucilati.
Durante i quasi due anni di prigionia, fu internato oltre che all’interno del suddetto campo, anche in diversi altri nel territorio tedesco. Possedendo numerose competenze, svolse diversi compiti all’interno dei campi. Dal sarto al cuoco, dall’autista al responsabile di una piccola fattoria ai confini con la Danimarca (come da ultime notizie pervenute da sua parte) nello Stalag X-A. Qui, lavorando anche come cuoco per la famiglia responsabile della fattoria a ridosso dello Stalag, riuscì a recuperare del cibo per sfamare altri internati italiani e aiutarli a sopravvivere. Per quanto la fame potesse “accecare” la ragione, la condivisione con il prossimo di quel poco che si riusciva ad ottenere o a prendere di nascosto, ha fatto sì che si creassero rapporti di amicizia veri e duraturi nel tempo.
Il 5 maggio 1945 le truppe inglesi liberarono il campo dal controllo nazista. Il suo rientro in Italia non fu immediato. Solo il 30 agosto 1945 riuscì a raggiungere la terra natale. Al suo arrivo, la triste scoperta: la sua adorata e giovanissima mamma, che tanto lo aveva esortato a servire la sua nazione, era volata via senza che lui avesse potuto darle l’ultimo saluto e senza che ne avesse mai ricevuto notizia.
Alla cerimonia in rappresentanza della Provincia di Brindisi era presente il vicepresidente della Provincia Giuseppe Pace, e dell’Amministrazione Comunale il vicesindaco Giovanni Cisternino. Sia Pace che Cisternino, per un strano caso del destino, sono entrambi nipoti del militare Gennaro Zaccaro.
“Questa medaglia d’onore viene conferita al Gennaro soldato e servitore della Patria – affermano i suoi familiari – ma è, altresì, una conferma dell’alta considerazione del Gennaro uomo, marito, papà e nonno meraviglioso che, chiunque abbia avuto la fortuna di incrociare nel suo cammino, può testimoniare”.