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“Ultras. Gli altri protagonisti del calcio” è stato presentato al CiaiaLab in un incontro organizzato dall’associazione “Fasano Antirazzista”
FASANO – Il semplice spettatore comincia ad occupare uno spazio e a farlo suo, accompagnando la visione della partita di calcio ad un tifo corale, uno striscione, una coreografia e sentirsi sempre più protagonista indiscusso della curva. La nascita e l’evoluzione del fenomeno è magistralmente raccontata nel libro “Ultras. Gli altri protagonisti del calcio” (ed. Meltemi) di Sébastien Louis, presentato venerdì 7 febbraio al CiaiaLab di Fasano.
L’appuntamento organizzato dall’associazione “Fasano Antirazzista Allentati” in collaborazione con l’Associazione “Radici Blugranata Fedayn” di Locorotondo, è stato occasione di incontro e confronto con l’autore del volume, definito una sorta di “Bibbia” del tifoso.
Sébastien Louis è dottore in Storia contemporanea e specialista del tifo radicale in Europa e nel Nordafrica. «Per me la partita non è solo un evento sportivo. È molto di più», ciò di cui proprio gli Ultras sono protagonisti.
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Attraverso viaggi, ricerche e indagini storiche e sociologiche, Louis ha delineato l’origine e l’andamento del mondo della tifoseria, soprattutto quella italiana, ispirazione per molti altri Paesi. «Gli Ultras hanno trasformato lo spettacolo negli stadi. Prima l’unico spettacolo era limitato al campo, da decenni invece è anche sugli spalti. A cavallo degli anni Sessanta e Settanta, il tifoso conquista e definisce il suo ruolo ma soprattutto delle regole».
Il legame con la città e i colori della maglia persistono nonostante le repressioni, tema scottante a cui l’autore ha dedicato un intero capitolo: « Lo stadio è diventato un nuovo laboratorio della repressione. Una politica che non riguarda solo gli Ultras ma ogni tifoso, ‘costretto’ al biglietto nominale e che ha dovuto confrontarsi anche con l’istituzione della famosa ‘tessera del tifoso’».
Ultimo, non per importanza, è stato l’aspetto economico delle società calcistiche affrontato durante la serata dallo scrittore che ne ha approfittato per elogiare l’impegno di azionariato popolare de “Il Fasano Siamo Noi”, citato anche nel libro.