Ieri l’incontro con le prime classi del “Salvemini” con un focus sul tema della prevenzione delle droghe
FASANO – Nella mattinata di ieri, lunedì 16 maggio, presso l’auditorium del “Salvemini” di Fasano, si è tenuto l’incontro fra Walter Delogu, scrittore del romanzo “Il braccio destro”, Mursia editore. Delogu torna a Fasano dopo l’evento di aprile, che lo vide impegnato con i ragazzi del “da Vinci”, fortemente voluto dalla dirigente del “Salvemini” Maria Convertino, grazie anche alla collaborazione di Laura De Mola, titolare del Mondadori Point di Fasano.
L’autore ha dialogato con gli studenti Denise Manchisi, Klodjan Pjeci e Rikardo Tafa, mentre la docente Palma Di Gioia ha moderato l’incontro. Il focus principale dell’evento era il tema della prevenzione in merito al triste fenomeno della droga, che coinvolge ancora numerosi ragazzi, anche minorenni. Proprio a loro si è rivolto lo scrittore, con un accorato appello a rifiutare qualsiasi tipologia di stupefacente per evitare fenomeni quali isolamento, problemi di salute e dipendenza. Numerose le curiosità dei ragazzi in merito alla torbida storia che ruota attorno a San Patrignano e Vincenzo Muccioli, fondatore della comunità di recupero per tossicodipendenti e di cui Delogu è stato autista e guardia del corpo personale.
Delogu torna a parlare, davanti all’auditorium gremito dalle prime classi dell’istituto, del suo percorso di rinascita dopo l’esperienza della droga, un male che lo scrittore si porta dietro e che segna i suoi ricordi. “Ma da quel male si può uscire” puntualizza Delogu, che lancia un monito ai ragazzi a non cedere mai alla tentazione, all’impulso di provare sostanze stupefacenti, perché la vita diventa un “inferno”, quello con cui lo scrittore ha avuto a che fare per molti anni.
Una rinascita lenta, avvenuta con un reinserimento nella società inizialmente non facile, ma che ha segnato un cambio di rotta per Delogu, che oggi lavora come operatore del 118, quasi a testimoniare un simbolico passaggio fra il “non curarsi” della propria esistenza al tentare di salvare quelle altrui.
Una missione oggi scolpita nel suo cuore e, di sicuro, anche in quello dei ragazzi e del corpo docente presente ieri.