Indagini che potrebbero portare alla luce una vera e propria rete di potere che si estende da Palazzo di Città in ogni angolo di Fasano
FASANO – La notifica degli avvisi di conclusione delle indagini a 21 fasanesi (tra cui un consigliere comunale di maggioranza, due dirigenti comunali, 15 titolari di esercizi commerciali, bar, ristoranti ubicati a Savelletri, Fasano, Torre Canne, Pozzo Faceto e altri 3 fasanesi) per vari reati – abuso d’ufficio, tentativo di concussione, abusi edilizi – in attesa che la giustizia faccia il suo corso, ha creato non poco rumore a Fasano negli ambienti della politica e della imprenditoria. Rumore ulteriormente acuito dalle dichiarazioni inviate alla stampa dal difensore del consigliere comunale Donato De Carolis che risulta indagato per tentata concussione – avrebbe chiesto, secondo gli inquirenti, una cospicua somma di denaro all’imprenditore fasanese Fabio Ghirelli, per evitare che opponesse il proprio diniego ad un progetto di riqualificazione edilizia “Città dei Giovani”- e non ultimo anche dalla lettera aperta inviata al sindaco Francesco Zaccaria dallo stesso Ghirelli il quale ripercorre alcuni passaggi della vicenda legata proprio a quel progetto.
Un vero terremoto che potrebbe continuare a far tremare Fasano nelle prossime settimane, e non si tratterebbe certo di semplici scosse di assestamento.
Gli avvisi di conclusione delle indagini notificati nei giorni scorsi dalla Polizia locale e dalla Guardia di Finanza, infatti, sono il risultato di diversi mesi (se non addirittura anni) di indagine (soprattutto condotta negli anni 2017 e 2018) che partono da un procedimento penale principale incardinato nel 2017 al quale poi sono stati riuniti due altri procedimenti penali nel 2018 e nel 2020.
Al momento quella condotta dal sostituto procuratore della Repubblica di Brindisi, Luca Miceli, riguarda sostanzialmente cinque filoni. Ma non è affatto escluso che se ne possano aggiungere altri.
A chi ha letto i diversi faldoni relativi a questa (o a queste indagini), infatti, non sono di certo sfuggiti i numerosi omissis dietro i quali appare evidente come potrebbero celarsi ulteriori “ramificazioni” di un vero e proprio albero che nasce da una singola inchiesta, e finisce per seguirne chissà quante altre.
Come non sarebbero sfuggiti almeno i nomi di un’altra trentina di fasanesi – tra politici, attuali ed ex amministratori, dirigenti comunali, tecnici, imprenditori ma anche pregiudicati già noti alle forze dell’ordine – molti dei quali durante le indagini sono stati iscritti nel registro degli indagati per diversi reati ed altre “storie”, molte delle quali non collegate tra loro.
Si tratterebbe di vicende scaturite non solo da esposti e denunce, ma anche dalle centinaia e centinaia di intercettazioni telefoniche ed ambientali che ha eseguito la Guardia di Finanza su disposizione della Procura della Repubblica di Brindisi.
Nelle oltre 8 mila pagine di inchiesta, infatti, comparirebbero nomi, circostanze, episodi, vicende accadute negli anni passati (fino al recentissimo passato). Il progetto della “Città dei Giovani” e la questione “dehors”, infatti, non sarebbero le sole vicende finite all’attenzione dei pm.
Emergerebbero questioni relative a pratiche ed autorizzazioni inerenti i settori della edilizia e della urbanistica, gare di appalto per la progettazione di importanti opere pubbliche sul territorio fasanese, fatti relativi al piano coste, strane procedure per alcuni conferimenti di incarichi, speculazioni edilizie, tentativi di raccomandazione per trovare posti di lavoro, pressioni per ottenere autorizzazioni e agevolazioni, vicende legate a stupefacenti.
Una vera e propria rete di potere che vedrebbe indagati soggetti che gravitano attorno a Palazzo di Città (non solo politici e dirigenti ma anche imprenditori e tecnici). Molti altri fatti, invece, non sono collegati ai primi e vedrebbero sotto la lente della Procura alcuni noti pregiudicati.
Da tali carte ne verrebbe fuori l’immagine di una città, Fasano, praticamente dedita a percorrere vie alternative a quelle della legalità, per ogni tipo di situazione: dalla mera richiesta di “sistemare l’amico” e raccomandarlo per un buon posto di lavoro (che in questo faldone apparirebbe la cosa meno grave), all’abitudine della politica – e non solo – di mettere le mani (e la bocca) ovunque. Una pessima immagine, senza troppi giri di parole.
Se per tutte queste vicende e per i soggetti coinvolti non dovessero giungere le richieste di archiviazione, non è difficile ipotizzare che a breve potrebbero essere notificati altri avvisi di garanzia.
Ed è una questione oramai che non fa più dormire sonni tranquilli a chiunque, in qualche modo, sia stato sfiorato da queste numerose pagine. Da chi siede sulla poltrona più alta (come dicevamo, nessuno è rimasto escluso) a tutti gli altri attori di un film davvero inquietante ma che – e qui il condizionale è d’obbligo – potrebbe vedere a breve i primi titoli di coda.