
Una celebrazione eucaristica a Pozzo Faceto per il Santo patrono dei giornalisti.
POZZO FACETO – “Non dobbiamo temere di proclamare la verità, anche se a volte scomoda, ma di farlo senza carità, senza cuore”.
Sono le parole di Papa Francesco tratte dal suo Messaggio per la LVII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, diffuso ieri per la ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Come ogni anno, da ormai trent’anni, anche il Circolo della Stampa “Secondo Adamo Nardelli” di Fasano ha celebrato il Santo patrono riunendosi per una messa presieduta da don Luigi Bianchessi, nel Santuario di SS. Maria del Pozzo a Pozzo Faceto.
Il parroco della frazione ha ripercorso le gesta del Santo nel centenario della sua proclamazione, ponendo l’accento sull’importanza della comunicazione e del “parlare con il cuore”, passando poi alla benedizione degli strumenti di lavoro (penna, taccuino, telefono, tablet, registratore e videocamera) portati all’altare dai giornalisti fasanesi presenti, omaggiati da don Luigi con un fondamentale insegnamento di San Francesco di Sales: “Non parlare di Dio a chi non te lo chiede. Ma vivi in modo tale che, prima o poi, te lo chieda”.
L’intervento del vicepresidente del Circolo Mimmo Mongelli ha segnato il ricordo dell’amico e collaboratore appena scomparso Gianni D’Onofrio, figura che tanto ha dato al mondo della comunicazione locale, a cui sono seguiti i ringraziamenti ai presenti, al presidente Gino Bianco e alle autorità che hanno partecipato, quali il vicesindaco Luana Amati, l’assessore Gianluca Cisternino, il consigliere provinciale Giuseppe Ventrella e il comandante della Polizia Locale Maria Rosaria Speciale.
Una serata terminata in musica con il Concerto per la Stampa a cura dell’Associazione Culturale Musicale “Ignazio Ciaia” di Fasano: Pantaleo Rizzo e Giulia Ciatta al clarinetto, Lucrezia Crastolla al sax contralto, Giovanni Lacirignola al sax baritono e Federico De Leonardis al fagotto, hanno eseguito l’Ave Maria di Angelini, l’Ave Maria dei boschi di Vinci e Lisi e quella di Schubert.



