
L’autore romano ha presentato il suo nuovo romanzo “Sempre tornare” in un incontro con i lettori targato Presidi del Libro
FASANO – Un ospite illustre quello portato a Fasano dal locale Presidio del Libro, grazie alla referente Annamaria Toma. Daniele Mencarelli – finalista allo Strega del 2020 e vincitore nella stessa edizione dello Strega Giovani con lo splendido Tutto chiede salvezza – ha presentato ieri (18 marzo) presso il Ciaia Lab il suo nuovo romanzo dal titolo Sempre tornare.
A dialogare con l’autore romano, che ricordiamo è candidato al Premio Europeo della Letteratura 2022, è stata la docente del “Salvemini” Cinzia Cupertino. Le letture tratte dal romanzo sono state affidate all’attore Marco Bellocchio dell’associazione “SenzaConfine”. Ad aprire l’incontro la proiezione del video-trailer creato per l’occasione dai ragazzi dell’IISS.
«Daniele Mencarelli ha una bellissima penna – ha dichiarato la Cupertino – che si muove tra poesia e narrazione. Una scrittura intrigante. E questo romanzo è un viaggio reale che poi inevitabilmente si trasforma in un viaggio interiore».
Ed è proprio l’autostop all’inizio del romanzo, quello che il giovane protagonista Daniele utilizza per tornare indietro a casa, in un’estate del 1991, dalla Riviera Romagnola a Roma, dopo che per un inconveniente decide di lasciare gli amici di viaggio. «Chiedere un passaggio a uno sconosciuto – ha spiegato l’autore – consapevole dei rischi che si corrono è un’abitudine persa. Oggi si pensa, sbagliando, che la nostra epoca sia più pericolosa di allora. Invece i miei figli sono migliori di me, i nostri figli sono più educati e più colti».
Tema centrale del romanzo, il terzo di una trilogia e quello più drammatico a suo dire, è il tema del “Tutto o niente”. Un tema fondamentale per l’uomo e la sua evoluzione, che accomuna ciascuno di noi e che purtroppo viene affrontato nell’era moderna in maniera troppo individuale. «Diventare adulti significa vivere nel grigio – afferma Mencarelli – quindi distaccarsi dal tutto e dal niente».
Un romanzo esempio di narrativa di viaggio dunque, un itinerario durante il quale Daniele fa una serie di esperienze, delle vere e proprie tappe esistenziali, con personaggi eterogenei, frutto di una ricerca minuziosa da parte dell’autore sugli oggetti, sulle automobili e le loro abitazioni. Il protagonista grazie al viaggio («anche se viaggiare per capire è cosa difficile se non si ha la giusta esperienza») sconfigge la paura e crea relazioni bellissime anche perché saranno a scadenza. E tra queste c’è anche l’amore rappresentato da Emma, una ragazza pragmatica che incarna la libertà, quella del trentennio ’70-’90; lei che al contrario di Daniele che vuole ritornare a casa, vuole fuggire.
Il giovane protagonista dunque si fa carico del dolore di tutti, cercando di scappare da un nemico invisibile, “il grande cattivo”, che lo tallona durante tutto il viaggio. A questo proposito Mencarelli ha confessato: «Il grande cattivo sono io. Sono io la persona che ha fatto più male a me stesso». Nodo centrale del romanzo è proprio la tendenza dell’uomo a cogliere sempre e solo il male fuori di noi. E come lo stesso autore scrive in un passaggio del romanzo: «Il male invece arriva dopo, per maleducazione».

