I Carabinieri hanno smantellato una organizzazione dedita alla importazione di stupefacenti sull’asse Barcellona-Napoli
FASANO – Ufficialmente una società con a capo un fasanese si occupava della commercializzazione dei prodotti agricoli, in realtà i prodotti agricoli servivano come copertura per trafficare droga.
A smantellare una organizzazione dedita alla importazione di stupefacenti sull’asse Barcellona-Napoli sono stati i Carabinieri.
Sette sono le persone destinatarie di misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo partenopeo, accusate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
Tra questi un fasanese, P.L., che aveva il compito – secondo quanto ricostruito dai Carabinieri di Napoli – di organizzare le spedizioni di hashish e marijuana nel capoluogo catalano.
La droga, in pratica, viaggiava nei bins di frutta.
Il fasanese aveva il compito di “riunire il quantitativo di pedane tale da riempire completamente il bilico utilizzato per il trasporto della merce, collaborando poi nell’occultamento dello stupefacente, nascosto tra i prodotti ortofrutticoli realmente commercializzati”.
Nei giorni scorsi P.L. si è presentato presso la compagnia dei carabinieri di Fasano accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Marcello Zizzi, dopo di che è stato condotto nel carcere di Brindisi.
Nei giorni successivi all’arresto il fasanese è comparso, in modalità di videocollegamento, dinanzi al gip di Napoli per l’interrogatorio di garanzia, nel corso del quale si è avvalso della facoltà di non rispondere. Al momento, dunque, resta in carcere.
L’indagine, partita nel 2019, ha preso il via quando i Carabinieri hanno sequestrato un carico di 1,3 tonnellate di hashish e marijuana, droga importata dalla Spagna da soggetti vicini al clan Contini.
Praticamente i mercati ortofrutticoli servivano alla camorra per far arrivare la droga in Campania dalla Spagna. Le strutture di cui i clan si sono servite sono quelle di Pozzuoli, Volla, Giuliano e Capua.
“L’organizzazione criminale – è stato ricostruito dagli investigatori –, al fine di occultare l’illeicità delle operazioni, si serviva di una società regolarmente operante che acquistava i prodotti agricoli. Le sostanze stupefacenti venivano occultate tra i prodotti ortofrutticoli a loro volti stipati in bins che venivano poi scaricati presso depositi siti in alcune aree mercatali di Napoli e provincia”.
La società faceva capo proprio al fasanese, il quale acquistava frutta e verdura destinate ai mercati di Volla e Pozzuoli. Proprio nel fondo dei contenitori di plastica che contenevano la frutta veniva nascosta la droga, che veniva poi recuperata una volta giunta a destinazione.