Operazione della Guardia Costiera. Denunciata una persona.
FASANO – Circa 4 tonnellate di oloturie provenienti dalla pesca di frodo sono state rinvenute a bordo di un autoarticolato con targa greca, intercettato e bloccato nella tarda serata di ieri (30 settembre) in contrada Sant’Angelo, alle porte di Fasano.
A bloccare il carico sono stati gli ispettori pesca della Guardia Costiera del 6° Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Bari, a seguito di una mirata attività investigativa.
L’autoarticolato apparentemente era destinato a trasportare alimenti vari, tanto che doveva caricare prodotti ortofrutticoli presso un deposito della zona, ma in realtà custodiva all’interno del rimorchio ben 228 secchi di plastica di colore bianco contenenti in totale circa 4 tonnellate di oloturie, i cosidetti “cetrioli di mare”.
Il mezzo, quindi, imbarcandosi a Brindisi per la Grecia, avrebbe alimentato il fiorente mercato orientale dei cosiddetti “cetrioli di mare”, la cui raccolta dai pescosi fondali della Puglia è stata vietata dal Decreto Ministeriale del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del 27 febbraio 2018, in quanto le ricerche scientifiche, condotte proprio nelle nostre acque, hanno dimostrato il ruolo fondamentale nell’ecosistema marino di questa specie appartenente alla classe degli Echinodermi, al pari del riccio di mare.
La tutela di questa specie, di cui è vietata la pesca, la detenzione e lo sbarco, si è resa necessaria per evitare che la sua sistematica distruzione potesse arrecare un danno ambientale inestimabile ai nostri ecosistemi marini, poiché le oloturie svolgono un ruolo fondamentale nell’ossigenazione delle acque e il riciclo di sostanze organiche nell’ambiente in cui vivono. La loro pesca indiscriminata trae origine dall’ingente richiesta sui mercati orientali, sia per finalità cosmetiche che alimentari, costituendo un piatto ricercato della gastronomia cinese.
L’autista dell’autoarticolato è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria anche per disastro ambientale, mentre l’intero quantitativo di oloturie, sottoposto a sequestro, è stato rigettato in mare trattandosi di esemplari ancora vivi.