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Era stato arrestato nel luglio del 2023
FASANO – Nei giorni scorsi, presso il Tribunale di Napoli, si è svolta l’ennesima udienza nell’ambito del processo a carico di sette persone destinatarie, nel mese di luglio del 2023, di misure cautelari emesse dal Gip dello stesso Tribunale su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo partenopeo, accusate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
Tra questi un fasanese, P.L., che aveva il compito – secondo quanto ricostruito dai Carabinieri di Napoli – di organizzare le spedizioni di hashish e marijuana nel capoluogo catalano.
Secondo le indagini una società con a capo il fasanese si occupava della commercializzazione dei prodotti agricoli, in realtà i prodotti agricoli servivano come copertura per trafficare droga. La droga, in pratica, viaggiava nei bins di frutta.
In primo grado il fasanese – al quale qualche giorno dopo l’arresto, il Tribunale del Riesame, cui si era rivolto il difensore l’avvocato Marcello Zizzi, aveva concesso gli arresti domiciliari – era stato condannato dal Gup Leda Rossetti alla pena di 9 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione.
Nei giorni scorsi, la pena è stata notevolmente ridotta a seguito del ricorso in Appello.
Nel corso della udienza dell’altro giorno, infatti, la Corte di Appello di Napoli accogliendo il ricorso del difensore del fasanese, l’avvocato Marcello Zizzi, gli ha ridotto la pena a 5 anni, 10 mesi e 20 giorni di reclusione.
Secondo quanto accertato dagli investigatori la società che aveva a capo il fasanese, che ufficialmente si occupava della commercializzazione di prodotti agricoli, in realtà avrebbe utilizzato i prodotti agricoli come copertura per trafficare droga e per organizzare le spedizioni di hashish e marijuana nel capoluogo catalano.
L’indagine, partita nel 2019, aveva preso il via quando i Carabinieri avevano sequestrato un carico di 1,3 tonnellate di hashish e marijuana, droga importata dalla Spagna da soggetti vicini al clan Contini.
Praticamente, i mercati ortofrutticoli servivano alla camorra per far arrivare la droga in Campania dalla Spagna. Le strutture di cui i clan si sono servite sono quelle di Pozzuoli, Volla, Giuliano e Capua.
“L’organizzazione criminale – era stato ricostruito dagli investigatori –, al fine di occultare l’illeicità delle operazioni, si serviva di una società regolarmente operante che acquistava i prodotti agricoli. Le sostanze stupefacenti venivano occultate tra i prodotti ortofrutticoli a loro volti stipati in bins che venivano poi scaricati presso depositi siti in alcune aree mercatali di Napoli e provincia”.
La società faceva capo proprio al fasanese, il quale acquistava frutta e verdura destinate ai mercati di Volla e Pozzuoli. Proprio nel fondo dei contenitori di plastica che contenevano la frutta veniva nascosta la droga, che veniva poi recuperata una volta giunta a destinazione.