I giudici del Tribunale di Potenza lo hanno condannato a 3 anni e 8 mesi
POTENZA – ll Tribunale di Potenza ha emesso oggi la sentenza nell’ambito dell’inchiesta “Favori&Giustizia”, nella quale era rimasto coinvolto il fasanese Ottavio Narracci, all’epoca dei fatti direttore generale della Asl di Lecce, il quale è stato condannato a 3 anni e 8 mesi.
Il Tribunale del capoluogo lucano ha condannato a nove di anni di reclusione l’ex pm di Lecce Emilio Arnesano, che il 6 dicembre 2018 fu arrestato con l’accusa di aver aggiustato alcuni procedimenti giudiziari e di aver fatto favori in cambio di benefici e rapporti sessuali.
Arnesano – che era stato sospeso dal CSM nel gennaio 2019 – è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici ed è stato dichiarato “in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena”.
Nell’ambito dello stesso procedimento l’avvocata Manuela Carbone è stata condannata a un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa).
Carlo Siciliano, dirigente dell’Asl di Lecce, è stato condannato a cinque anni di reclusione.
A tre anni e otto mesi di reclusione, invece, è stato condannato l’altro dirigente dell’Asl di Lecce coinvolto nella inchiesta, il medico fasanese Ottavio Naracci.
Sia Siciliano sia Naracci sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici.
Sono stati invece assolti Giuseppe Rollo (primario del reparto di Ortopedia dell’ospedale Fazzi di Lecce) e gli avvocati Augusto Conte, Mario Salvatore Ciardo e Federica Nestola.
Il Tribunale di Potenza ha anche confiscato una barca di 12 metri che era stata sequestrata ad Arnesano nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza, competente sui magistrati salentini.
Nell’inchiesta “Favori & Giustizia” le accuse sono corruzione in atti giudiziari, induzione a dare o promettere utilità a pubblico ufficiale e abuso d’ufficio.
Le indagini erano state condotte dalla Guardia di Finanza di Lecce.
L’ex direttore generale della Asl di Lecce, il fasanese Ottavio Narracci, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto la assoluzione nel processo in cui era accusato dei reati di peculato e abuso d’ufficio per aver utilizzato l’auto di servizio per viaggi privati. Secondo gli inquirenti tale assoluzione sarebbe arrivata grazie ad un’istruttoria estremamente morbida del pubblico ministero Emilio Arnesano, il quale si sarebbe sdebitato con un suo amico, Carlo Siciliano che, nel 2014, gli aveva venduto uno yacht a un prezzo di comodo.
Narracci, nell’ambito della inchiesta “Favori & Giustizia”, era finito agli arresti domiciliari il 6 dicembre 2018, ed era tornato in libertà a giugno del 2019, quando i giudici accogliendo la istanza di revoca dei domiciliari avanzata dai difensori del noto professionista fasanese, avevano ritenuto attenuate le esigenze cautelari in quanto era stato completato l’esame dei testi, e si era affievolito il pericolo di reiterazione dei reati, in quanto Narracci si era dimesso dall’incarico di direttore generale della Asl salentina, sulla base anche del comportamento tenuto dal professionista fasanese.
Ora il processo di primo grado si è concluso con la sentenza emessa oggi dai giudici del Tribunale di Potenza. Nei prossimi 90 giorni è atteso il deposito delle motivazioni della sentenza, dopo di che gli imputati decideranno se ricorrere in Appello.