
L’uomo era accusato di essersi appropriato delle credeziali di accesso a Facebook di una donna siciliana
FASANO – Si è concluso lo scorso 17 gennaio, con una sentenza di assoluzione, il processo penale a carico di un fasanese, L.G., imputato dei reati di sostituzione di persona e accesso abusivo a sistema informatico.
L’uomo era accusato di essersi appropriato abusivamente delle credeziali di accesso e della password del profilo Facebook di una donna residente in provincia di Palermo e di aver effettuato, tramite il suo account e sostituendosi all’interessata, pubblicazioni e annunci aventi presunta natura finanziaria, nonché di aver utilizzato la chat Messenger della persona offesa per inviare messaggi del medesimo tenore economico a tutti i suoi amici virtuali.
In particolare, il giovane fasanese era finito sotto processo a seguito delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo e dalla Polizia Postale che avevano individuato gli indirizzi IP relativi al profilo Facebook della vittima nel periodo di tempo in cui era stato denunciato l’accesso abusivo al suo account.
Tra di essi, oltre ad altri due indirizzi IP di cui uno riconducibile ad uno stato straniero, vi era anche quello relativo ad una utenza telefonica dotata di connessione e intestata proprio al L.G. che, rinviato a giudizio, ha deciso di affidare la sua difesa all’avvocato di fiducia Anna Ancona.
Il Tribunale di Brindisi, nella persona del Giudice Dott. Leonardo Convertini, all’udienza del 17 gennaio 2023, a seguito di giudizio abbreviato, ha accolto le tesi della difesa dell’imputato, emettendo sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto.
Come rilevato dall’avv. Anna Ancona, infatti, dalle indagini svolte non è emerso alcun riscontro certo del fatto che a collegarsi al server mediante l’indirizzo IP individuato dalla Procura di Palermo fosse stato proprio il fasanese con un dispositivo a lui in uso.
Né gli inquirenti avevano verificato con ragionevole certezza da dove fosse fisicamente avvenuta la connessione con cui era stato violato il profilo Facebook della donna.
Inoltre, le pubblicazioni illegittimamente effettuate tramite il profilo violato della vittima erano in un italiano sgrammaticato, con evidente approssimazione linguistica, il che lascia pensare ad una sorta di traduzione, altrettanto approssimativa, del testo da una lingua straniera.
Altra ragione questa che ha spinto il Giudice a ritenere che l’accesso abusivo e la violazione del profilo Facebook della donna potesse essere avvenuto da un’altra nazione e non tramite la connessione internet intestata al giovane fasanese che, perciò, è stato ritenuto non colpevole dei reati che gli erano stati contestati.