
Il commissario superiore Vella tira le somme di quanto fatto dal suo insediamento e risponde ad alcune accuse
FASANO – Ormai da più di un anno dal suo insediamento, avvenuto nell’ottobre 2019, il comandante Luigi Vella ha deciso di rispondere ad alcune domande su una serie di questioni che riguardano il territorio di Fasano e alcune accuse che gli sono state lanciate negli ultimi tempi.
Comandante, da oltre un anno lei guida il Corpo della Polizia Locale di Fasano. In questo anno quali sono state le criticità che ha trovato al suo arrivo e che ha risolto?
Sin dal mio insediamento ho cercato di improntare un’organizzazione diversa rispetto a quella che ho trovato, prevedendo la suddivisione del personale in specializzazioni, con l’istituzione di diversi nuclei, per i quali è stato previsto un iter formativo specifico, perché l’operatore potesse dare risposte sempre più esaurienti all’utenza. Questa necessità viene anche dal fatto che le materie di competenza della polizia locale sono molteplici e non è pensabile avere dei tuttologi, anche in relazione ai continui aggiornamenti normativi.
Attualmente abbiamo istituito diversi nuclei specialistici: il pronto intervento, che si occupa di ciò che riguarda tutti gli eventi “non prevedibili”; il nucleo polizia di quartiere, il cui compito invece è quello di offrire un servizio più vicino al cittadino, la cd. prossimità, occupandosi principalmente di tutte le frazioni del territorio comunale e del centro storico; il nucleo di polizia edilizia che vigila sulle norme urbanistiche e di tutela paesaggistica; il nucleo di polizia ambientale che espleta servizi mirati alla prevenzione e repressione degli illeciti sull’ambiente (discariche abusive, errato conferimento dei rifiuti urbani, ecc.). Infine vi è un ufficio che si occupa di viabilità e segnaletica, oltre ai servizi interni (verbali, infortunistica, segreteria comando, ecc.) che sono un importante supporto nell’espletamento delle attività tecnico-amministrative che il Comando deve evadere.
Più di qualcuno la accusa di aver destinato ingenti risorse economiche al potenziamento delle dotazioni degli appartenenti al Corpo, ritenendo ad esempio alcune dotazioni eccessive come la fornitura di armi in dotazione agli agenti. Cosa risponde a tal riguardo?
Vorrei premettere che il nostro è un Corpo armato e pertanto vi è l’obbligo giuridico di avere l’arma al seguito durante l’espletamento delle funzioni. Quando mi sono insediato c’erano quattordici operatori privi di arma perché non vi era disponibilità, l’acquisto delle armi è stato dunque uno dei primi atti che ho fatto, in quanto dovuto. Attualmente stiamo cercando di riammodernare la dotazione delle stesse, compatibilmente con le risorse economiche disponibili, in quanto ormai quelle in dotazione risultano vetuste, per sostituirle in ragione di migliori prestazioni e sicurezza, per gli operatori e i cittadini.
Sin dall’inizio del suo comando ha voluto imprimere al Corpo più una impronta “poliziesca” svolgendo in alcuni casi anche operazioni di contrasto alla criminalità. Non pensa che di queste questioni debbano occuparsi le altre forze dell’ordine, mentre la Polizia Locale dovrebbe più occuparsi dei compiti che da sempre gli sono stati affidati (es. viabilità, edilizia, infortunistica stradale, etc)?
La Polizia Locale nell’ultimo ventennio è stata protagonista di un’evoluzione dei propri compiti, anche a seguito di quelli attribuiti dai vari Decreti Sicurezza che si sono succeduti negli anni. Non parliamo di un’impronta più “poliziesca”, in quanto una Polizia Locale moderna deve sapersi adeguare ai contesti sociali in cui opera. Se infatti la Polizia di Stato o l’Arma dei Carabinieri sono deputate a contrastare quei fenomeni criminosi complessi ed organizzati, alla polizia locale gli interventi legislativi in merito hanno demandato il contrasto della microcriminalità e del degrado urbano, come ad esempio lo spaccio di sostanze stupefacenti, l’accattonaggio molesto, truffe, ecc. Ovviamente queste attività vanno integrate a quanto di peculiare storicamente viene da sempre svolto dalla polizia locale, come ad esempio l’infortunistica e la sicurezza stradale, così come la tutela del consumatore, ecc. Ritengo dunque normale che la Polizia Municipale debba poter essere in grado di gestire situazioni che possano creare preoccupazioni nella popolazione, questo è infatti un modello che ho già riscontrato nei miei anni di lavoro in Lombardia e Veneto, dove si sono sviluppati modelli organizzativi sempre più simili alle Forze di Polizia dello Stato. Sottolineo che la collaborazione con quest’ultime è sempre massima anzi, spesso vi è anche un vero e proprio coordinamento nell’espletamento di determinati servizi, nei quali la polizia locale si inserisce per poter dare il proprio contributo al fine di poter garantire maggiore sicurezza.
Transitare in alcune ore della giornata nel centro cittadino a volte è una impresa. Non pensa che andrebbe varato un nuovo piano del traffico a Fasano città?
Questo è un problema comune praticamente a tutti i centri urbani di certe dimensioni; certamente tutto è perfettibile, anche a Fasano ovviamente. Rivedere il piano è utile per via delle problematiche presenti in alcune arterie che vanno risolte con una disposizione diversa della viabilità. So che è in fase di ultimazione il PUMS (Piano urbanistico per la mobilità sostenibile, ndr) che prevede già una serie di varianti rispetto al Piano attuale.
Come pensa di far fronte al ridotto organico del Corpo di Polizia Locale?
Proprio recentemente abbiamo fatto due assunzioni, oltre ad aver reintegrato una nostra vecchia collega ritornata in organico, dopo alcuni anni di servizio prestato presso altri uffici comunali. A breve faremo nuove assunzioni: quattro nuovi agenti e un ufficiale, implementando di cinque unità l’organico esistente.
Se facessimo riferimento alla legge regionale che, in merito a località a forte vocazione turistica, prevede un rapporto di 1 agente ogni 500 abitanti, dovremmo avere dunque 80 unità, ma di fatto siamo oggi 36.
È chiaro quindi che rimarremo sempre dunque sotto-organico, senza dimenticare purtroppo le problematiche personali che portano alla riduzione temporanea del personale.
Di fronte alla carenza di organico la soluzione è “razionalizzare” il personale, perciò ho cercato di puntare su dotazioni tecnologiche che potessero sollevare il carico di lavoro di alcuni colleghi per poterli liberare da quel tipo di servizio, consentendo loro di dedicarsi ad altro.
A fine dicembre scorso con un provvedimento ha revocato i gradi di “maresciallo” a molti appartenenti al Corpo, riassegnando nuovi gradi a tutto il personale. Su tale questione sia i sindacati che lo stesso personale interessato dal provvedimento sono sul piede di guerra e promettono battaglie giudiziarie. Ci spiega cosa è accaduto?
Voglio chiarire che non ho revocato nulla. In realtà noi ci siamo semplicemente adeguati alla nuova normativa regionale, e lo abbiamo fatto purtroppo in ritardo perché alla norma regionale ci si doveva adeguare sei mesi dopo la sua emanazione, avvenuta nel 2017 con l’emanazione di apposito regolamento.
Ciò non è avvenuto nei tempi previsti ed occorreva adeguarsi, non ho fatto nient’altro che eseguire quanto previsto senza nessun degradamento o declassamento. Nel caso specifico, tale norma prevedeva per alcuni soggetti la possibilità di transitare in un nuovo ruolo “ispettori” ma solo ed esclusivamente in presenza di determinate condizioni che purtroppo, nel caso del Corpo di Fasano, non c’erano. È chiaro che, al di là di tutto, pur esprimendo solidarietà e vicinanza personale ai miei collaboratori per questa situazione non ho potuto far altro che applicare la norma, pur comprendendo la loro delusione. Probabilmente si è ingenerata un’aspettativa anche a causa della stessa norma un po’ “fumosa”.
Per essere certo della corretta applicazione, a luglio ho mandato un quesito in Regione al comitato tecnico scientifico per avere una chiara interpretazione, con atti alla mano, relativamente al tipo di grado da attribuire a “marescialli”. La risposta, giunta solo il 10 dicembre scorso, non ha lasciato dubbi sulle attribuzioni, appunto come poi è stato.
Ad ogni modo giova precisare che è cambiata solo la denominazione dei segni distintivi di grado: da quelli che una volta erano militari siamo passati alla denominazione civile del corrispondente grado. In realtà da noi i gradi sono una mera distinzione simbolica, non corrispondono a una retribuzione economica o a una funzione diversa, cosa che ad esempio succede nelle forze di Polizia di Stato. Da noi gli agenti, siano essi agenti di un giorno o di 30 anni, rivestono le stesse qualifiche.
Sempre a riguardo dei gradi, qualche sindacato ultimamente le ha contestato di essersi attribuito, senza averne titolo, il grado di maggiore e di dirigente quando, invece, pare non potesse. Tant’è che ultimamente le è stato attribuito il grado di commissario superiore. Ci spiega come stanno realmente le cose?
Anche in questo caso si tratta di un semplice adeguamento alla normativa regionale; il segno distintivo non cambia, cambia solo la denominazione. Questa attribuzione è infatti disciplinata in base agli abitanti: in enti superiori a 15.000 abitanti è attribuito il grado di “commissario superiore”. Se dunque fossi inquadrato con un contratto nella categoria dei “dirigenti” avrei avuto questo grado con una stella in più. Ribadisco dunque che non c’è stata nessuna maggiore attribuzione, così come un declassamento nei casi precedenti.
Nei giorni scorsi l’Amministrazione comunale le ha rinnovato l’incarico fino alla scadenza di mandato del sindaco. Quali sono i progetti che realizzerà nei prossimi mesi?
Premesso che con l’amministrazione stiamo affinando quelli che saranno gli obiettivi per questo nuovo anno, le cose da fare sono ancora tantissime. Ad esempio lo scorso anno abbiamo iniziato a sostituire e migliorare la segnaletica stradale, cosa che naturalmente continueremo a fare, con investimenti importanti per rendere la viabilità sempre più sicura. Verrà incrementato il pattugliamento con il potenziamento del servizio, cercando di garantire la presenza fino alle 24 in determinate giornate della settimana durante il periodo invernale con aumento graduale in primavera fino ad arrivare a 4/5 giorni a settimana nella stagione estiva.
Oltre a questo credo che la strada maestra da percorrere sia quella del miglioramento continuo sotto tutti i punti di vista, finalizzati ad offrire un servizio sempre più di qualità e al contempo dare la giusta dignità e soddisfazione professionale ai colleghi, che sono elemento fondamentale per il raggiungimento dei risultati. A tal proposito vorrei spendere parole di elogio al personale che ha dimostrato in svariate occasioni grande spirito di abnegazione ed attaccamento alla divisa.
Nell’ottica di maggior efficienza ritengo che gli investimenti non debbano mai fermarsi, seppur con le dovute accortezze. Un elemento di novità sarà la realizzazione di una nuova e moderna centrale operativa, che sarà il cuore nevralgico del Corpo, dove verranno accentrate tutte le strumentazioni tecnologie in dotazione. Oltre alla videosorveglianza urbana, ad esempio andremo ad installare a breve un nuovo impianto di telecamere a lettura targhe, in grado di monitorare tutto il flusso veicolare in entrata ed in uscita all’interno del nostro territorio comunale. Questo consentirà di aumentare notevolmente la sicurezza, non solo stradale, in quanto saremo in grado di sapere in caso di fatti delittuosi i dati relativi ai mezzi transitati e quindi sarà di grande supporto investigativo. Tale tecnologia sarà resa fruibile anche agli altri organi di polizia, proprio in quell’ottica di massima collaborazione istituzionale.