La pubblica illuminazione assorbirà la spesa maggiore, ovvero 776mila euro
FASANO – In questi giorni di protesta sull’aumento della tassa di soggiorno, la cosa che spesso ci si chiede è di come verrà reinvestito il gettito dell’imposta. Per dirla in parole povere, dove finiranno le entrate date dall’applicazione della tassa? Questa somma viene poi usata per garantire realmente i servizi al turismo?
Nel Bilancio di previsione che verrà approvato oggi in Consiglio comunale, il gettito previsto per il 2019 sarà di 1 milione e 250 mila euro. Una somma importante se si pensa che per il 2018 si sono effettivamente incassati con l’imposta circa 609 mila euro.
Di questa previsione, l’Amministrazione intende reinvestire le entrate così come segue. Tra le voci quella che risulta particolarmente evidente è la somma che sarà impiegata per la pubblica illuminazione: 776 mila euro. Ben oltre la metà di tutto l’incasso.
La parte restante sarà così suddivisa.
10 mila euro andranno alla campagna per gli scavi del sito Archeologico di Egnazia. 20 mila euro sarà il contributo per Fasanomusica. 3 mila euro i fondi per la promozione al fine dell’ottenimento della Bandiera Blu. 95 mila euro circa le spese impiegate per la promozione turistica (portale, App, infopoint, etc.) e la comunicazione. 40 mila euro per generiche manifestazioni turistiche. 3 mila euro circa da impiegare in cartellonistica. 20 mila euro sarà il contributo per La Scamiciata. 5 mila euro andranno al festival del teatro amatoriale. Per la promozione del Parco delle Dune Costiere verranno impiegati 30 mila euro e 27 mila euro invece per la Mostra dell’Artigianato. 35 mila euro saranno impiegati per il festival di Costa dei Trulli mentre 12 mila per la seconda edizione del Festival della Scienza. 35 mila euro per spettacoli e attività culturali. Per finire ben 138 mila euro per il trasporto pubblico locale.
La domanda è: tra le voci elencate, quanto di tutto ciò può essere classificabile come servizio al turismo trattandosi, appunto, di una tassa di scopo?
Nulla di diverso da quello che la legge prevede per il suo impiego, sia chiaro. È un discorso di opportunità e indirizzi politici, più che di legalità. Ed è per questo che gli operatori chiedono un confronto, soprattutto per il reinvestimento delle entrate.