Lettera-denuncia sulle condizioni in cui versa la frazione più a sud di Fasano
MONTALBANO – Riceviamo e pubblichiamo una lunga e articolata lettera-denuncia sullo stato in cui versa la frazione di Montalbano a firma di Natale Cisternino, giovane della frazione da sempre impegnato sia in politica (nel Partito Democratico) che nel sociale (è responsabile della locale Caritas). Una lettera che testimonia come la frazione più a sud di Fasano sia stata quasi totalmente dimenticata dalla Amministrazione comunale.
La boa è alle spalle, il giro c’è stato, la svolta si intravede, ma solo in centro.
Siamo in periferia e non,come qualcuno crede,in quella esistenziale più volte ricordata da Papa Francesco ma in quella geografica di una città bella quanto articolata e complessa che tenta ancora una volta il cambiamento annunciato e promesso. Ma in questo impegno, gli amministratori, a turno,dimenticano lembi di territorio a cui non sempre viene riconosciuta la giusta dignità di cittadini di un’unica città.
Per palesi interessi di parte parliamo solo della nostra frazione, Montalbano, che da anni ormai è rilegata nelle ultime pagine di agende e programmi. Anzi no, correggo, nei programmi triennali di opere pubbliche c’è e primeggia nella pianificazione di opere da completare o da realizzare, salvo essere sistematicamente prorogate tra silenti e condizionati assensi.
Si fatica ad evitare di essere ripetitivi ri-elencando tutti gli annosi problemi,ma ci riusciremo rivoltando l’attenzione sul perché si continua ad ignorare richieste legittime che giungono dal territorio. Lo stesso abitato che diventa parte attiva e protagonista della città quando è chiamato, con tributi vari, a rimpinguare le casse comunali senza,di contro, ricevere corrispettivi servizi di primo livello finanche quelli essenziali.
Probabilmente le ragioni sono anche storiche e, ahinoi, abbondantemente metabolizzate e sedimentate nei cittadini. L’esistenza di questo scollamento con il centro città e con chi a turno l’amministra, non provoca più, o non vi è evidenza alcuna, turbamento nelle agende e nelle coscienze di chi ha il dovere e la responsabilità di ricucirlo e governarlo.
Talvolta, per chi ha l’onere e il dovere diretto di rappresentarci tra le mura del palazzo, è più facile adagiarsi sulla sempre più consolidata rassegnazione dei cittadini: <<…tu non sai che è sempre stato così?>>; sull’elevato margine di tolleranza che è progressivamente maturato <<….perché quelli di prima erano meglio? Sarà sempre così>>; sulla cecità e menefreghismo di chi pensa che debbano essere sempre gli altri ad occuparsene<<non mi interessa, io sto bene, se la vedono loro….. >> e sulla arcaica paura di esporsi <<meglio lasciar stare…>>
Ma oltre questo,obbiettivamente imputabile a noi cittadini che quasi mai ci sentiamo “parte” della causa dei proprio stato, le frazioni, e Montalbano in particolare, hanno sempre scontato la posizione geografica periferica di un comune oggettivamente esteso e in quanto tale difficile da amministrare; qui però parliamo anche di altro… parliamo di assenza di istituzioni,carenza di servizi, assenza di nuove opere pubbliche, assenza di programmazione, parliamo diuna sensazione di totale solitudine. E il cambiamento promesso della città non può avvenire senza passare nella selva dei problemi delle frazioni.
Non si può accettare che la saracinesca della delegazione municipale sia abbassata per metà sotto irriconoscibili, scolorite, sporche e sfilacciate bandiere che anziché rappresentare l’Italia e l’Europa, danno il plastico segno dell’abbandono che regna e dell’assenza dei servizi che quello stabile è deputato ad erogare. Negli altri centri questo non accade
Non si può accettare l’assenza del presidio di un operatore della polizia municipale che rappresenta l’amministrazione, l’istituzione, la legge, lo Stato. C’è percezione di insicurezza, di assenza di Istituzione. Se in piazza della libertà vi è un cartello di sosta autorizzata per una sola ora, chi resta più del dovuto o si multa o si elimina il cartello di divieto di sosta. Non ci sono alternative o vie di mezzo. Chi scorrazza ad alta velocità con moto e auto va fermato ed identificato. Negli altri centri questo accade
Non si può accettare che mentre altrove si parla di palazzetti, campi polivalenti e piscine comunali, l’unica scuola del paese abbia una palestra incompiuta da un ventennio e abbandonata ai bivacchi notturni. Negli altri centri questo non accade.
Non si può accettare che il campo sportivo ormai impraticabile e il piccolo parco giochi (puro eufemismo), unici luoghi di sana aggregazione sociale del paese vengono abbandonati all’incuria, diventando habitat naturale di vandali e incivili. Negli altri centri questo non accade.
Non si può accettare che per sostituire una griglia pericolosa in una strada pubblica in pieno centro si debbano attendere 12 segnalazioni e sei mesi per ripararla e a guasto riparato ulteriori sei mesi per rimuovere le transenne di protezione. Negli altri centri questo non accade.
Non possiamo continuare a vedere immobili storici del paese, come la vecchia scuola elementare, da anni abbandonata tra le erbacce mentre ne contempo viene negata o peggio ancora ignorata a cittadini di buona volontà la richiesta dell’apertura di una biblioteca. Negli altri centri questo non accade
Non si può accettare che non venga realizzata l’unica cosa certa che si era promessa: il rifacimento dell’asfalto di una strada principale del paese per ogni anno di amministrazione. Qualche settimana fa è stata pubblicizzato il rifacimento di strisce pedonali e spazi riservati ai disabili davanti a tutte le scuole del territorio… A Montalbano non è accaduto! Negli altri centri questo è accaduto
Ma gli assessori afferenti le problematiche evidenziate ci sono? Lo sanno? Hanno bisogno di essere portati a conoscenza? Stabiliamo una connessione diretta e costruttiva, siamo distanti molto più dei km che ci dividono.
Non abbiamo necessità di contentini, né si chiede di intervenire solo su uno o una parte di qualche aspetto evidenziato, ravvisiamo l’esigenza, non più prorogabile,discutiate intorno a un tavolo programmatico a scopo, non utopico ma reale, capace di vedere Montalbano proiettato nei prossimi lustri, dove si parli, non già dei problemi esistenti, ma di sviluppo urbanistico, sociale e produttivo. Si chiede, e in questo forse si è sulla giusta via, più lungimiranza nell’amministrare e programmare anche se questo non dovesse corrispondere ad un consenso elettorale immediato.
Ci sono tante cose da fare a costo e tempo “zero”, altre da programmare altre ancora, di più ampio respiro, da immaginare e pianificare. Montalbano grazie alla sua posizione centrale ed equidistante nel quadrilatero mare, Fasano, Cisternino e Ostuni è meta di tanti turisti e merita medesima attenzione riservata ad altre località turistiche del nostro territorio.
L’alternativa è assistere, come già accade altrove, alla lenta e progressiva morte del paese. I numeri relativi le nascite sono decrescenti e l’abbandono della propria terraper lavoro in netto aumento. I bar, i social, i motorini e gli smart phone non sono propedeutici per una crescita culturale e imprenditoriale dei nostri ragazzi, abbiamo bisogno anche di altro per stimolare il loro spirito d’iniziativa. La scuola, la parrocchia e noi famiglie ci mettiamo il proprio, l’amministrazione dia il suo contributo.
Tuttavia, l’inversione di tendenza c’è e si percepisce, ma non qui. In questa amministrazione, non più adolescente,riserviamo ancora speranza e fiducia e facciamo un appello forte e costruttivo, dateci un segnale! Il tempo stringe e cambiamenti qui in periferia non ce ne sono stati. Venite vi aspettiamo, non dateci occasione di protestare in maniera organizzata, sarebbe sin troppo facile e poco produttivo per tutti. Vi è una parte del paese viva. Ci sono tante associazioni spumeggianti e attive, tanti singoli cittadini e gruppi che si impegnano quotidianamente per dare vivacità al paese, e in tanti aspettano di essere stimolati e coinvolti.
A Montalbano non sono sufficienti le nuove lampade appena montate in piazza a dare alla comunità la luce che serve e merita.
Natale Cisternino
Forse se Montalbano fosse rimasto territorio di Cisternino, senza lo scippo del territorio avvenuto agli inizi del 900, ci sarebbe stata più presenza e attenzione