Come il lockdown ha cambiato le abitudini alimentari di molti di noi. Ma è il momento di ripensare il nostro stile di vita
FASANO – Con la fine del lockdown, gli italiani tornano a guardarsi allo specchio, accorgendosi in alcuni casi di aver messo qualche chilo di troppo. Restando chiusi in casa, con pochissime opportunità di fare movimento e traendo grande consolazione dai buoni pranzetti e cenette di stampo pugliese che abbiamo messo in tavola, l’ago della bilancia si è impennato anche per molti fasanesi. Il peso in più che abbiamo accumulato durante la quarantena non deve mettere, però, radici nel nostro girovita.
Con il dottor Giacomo Zizzi, medico nutrizionista fasanese, a capo dello studio professionale in corso Perrini 57, altresì specialista in medicina termale, vediamo come affrontare il nostro lento ritorno alla normalità.
L’Istituto Superiore della Sanità ha pubblicato un approfondimento sui disturbi alimentari al tempo del Covid-19: molte persone sarebbero a rischio di anoressia e bulimia. Altre ancora, a causa della quarantena, hanno invece sviluppato un notevole sovrappeso. Come affrontare questi problemi?
«I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo dell’alimentazione incontrollata, rappresentano un problema di sanità pubblica di crescente importanza, soprattutto tra i giovani. Questi, in corso di pandemia come quella che stiamo vivendo, diventano ancora più importanti perché la paura di infezione e l’isolamento sociale possono aumentare il rischio di ricaduta o peggiorare i disturbi dell’alimentazione. La paura di una infezione si associa spesso alla sensazione di non avere il controllo della situazione, per cui in alcuni soggetti c’è un aumento delle restrizioni alimentari, in altri l’aumento degli episodi di alimentazione incontrollata. Cosa si può fare? In previsione di un ritorno alla regolarità delle attività assistenziali, l’Iss e il Ministero della Salute stanno mettendo a punto un aggiornamento della mappatura delle strutture pubbliche e convenzionate e delle associazioni dedicate ai dispositivi alimentari, al fine di garantire ai cittadini affetti da tali patologie e alle loro famiglie il supporto specialistico più adeguato».
Lunedì riaprono bar e ristoranti. Torneremo a mangiare fuori casa, in maniera meno controllata. Che ricadute può avere sul nostro fisico?
«Penso che questa pandemia, con tutto quello che ha comportato e sta comportando, con riguardo sia alla salute sia alla nostra economia, stia lasciando un segno profondo in tutti noi. Certamente torneremo nei ristoranti, nei bar a bere un caffè con gli amici, anche se forse sarà un passaggio cauto, progressivo. Non credo che questa libertà restituita porterà a particolari eccessi, credo nel senso di responsabilità di ognuno di noi. Al contrario, penso che le prescrizioni dettate e la consapevolezza di un po’ di eccessi maturati in questo periodo di quarantena potranno indurci ad essere moderati a tavola e a sviluppare maggiormente quel senso di igiene che forse si era perso».
Un altro elemento nuovo sopraggiunto in questo periodo, è il lavoro da casa, il cosiddetto smartworking. Ritiene che questo potrà contribuire a uno stile di vita più sedentario? Quanto invece è importante, in questo momento, sviluppare una maggiore propensione all’attività fisica?
«Sicuramente, il lavoro da casa, se da un lato ha consentito nuove opportunità, dall’altro ha favorito maggiore sedentarietà e le cattive abitudini a tavola. Ora è dunque necessario ricominciare a praticare gradualmente, e se possibile quotidianamente, un po’ di esercizio fisico, anche solo camminare per 20/30 minuti. Se il periodo di isolamento ha comportato un aumento di peso corporeo, sarà assolutamente raccomandato il ritorno alla forma ideale, abbinando alla ripresa dell’attività fisica anche un regime dietetico controllato, moderatamente ipocalorico e ricco di vitamine e con attenzione ad un’appropriata idratazione».
L’isolamento sociale può aver incrementato il rischio di ricaduta o peggiorato i disturbi dell’alimentazione?
«Teniamo presente anche che l’isolamento prolungato ha limitato la possibilità di praticare attività fisica e, quindi, ha aumentato il timore di prendere peso, portato ad ulteriori restrizioni dietetiche. Le abbondanti scorte alimentari presenti in casa hanno potuto facilitare le abbuffate e, di conseguenza, scelte per così dire terapeutiche assolutamente sbagliate, come l’uso incontrollato di diuretici e lassativi. Anche la forzata e prolungata convivenza con i familiari può aver generato o accentuato le difficoltà interpersonali, contribuendo così al mantenimento del disturbo dell’alimentazione e le problematiche psicologiche e psichiatriche».
Lei ha da poco ripreso la sua attività. Quali sono le maggiori problematiche alimentari che i suoi pazienti le stanno esponendo? Come dovranno affrontarle?
«È innegabile che, in questo lungo periodo, la nostra vita, la nostra routine quotidiana, il nostro modo di vivere gli affetti, il nostro modo di alimentarci sono stati del tutto stravolti, facendo spesso saltare gli schemi e generando un senso di colpa che non deve assolutamente condizionarci. Devo anche dire però che una buona parte delle persone che ho rivisto dopo la quarantena si è comportata molto bene, con grande e condivisa soddisfazione, dimostrando di aver imparato ad affrontare queste situazioni a “rischio”. Per gli altri, invece, una ripresa graduale e serena dei concetti di sana e corretta alimentazione sarà più che sufficiente per recuperare la giusta forma».
Cosa consiglia a chi ha sviluppato un approccio poco salutare al cibo?
«Direi che non ci sono pozioni magiche o farmaci che risolvono tutti i problemi. Innanzitutto, occorre riappropriarsi e riprendere consapevolezza della propria vita, del proprio lavoro e dei ritmi lavorativi e alimentari. A chi si è lasciato andare eccessivamente, sconsiglio vivamente approcci dietetici violenti e sconsiderati. Dieta non significa “addio pane, ciao ciao pizza, arrivederci pasta, benvenuto petto di pollo”. È necessario riprendere le sane abitudini, uno stile di vita corretto, un’alimentazione completa, moderata, all’insegna della dieta mediterranea. Mettetevi in gioco, ma fatelo ora. Agite adesso, cambiate in meglio per il benessere futuro, senza aspettare domani, poiché “il domani” è già troppo tardi».