Gli esiti del tavolo di coordinamento sul Piano di Rigenerazione Olivicola tenutosi a Roma
BARI – Bisogna accelerare l’attuazione del Piano per la rigenerazione olivicola della Puglia, ristorando finalmente agricoltori e frantoi dei danni subiti con gli interventi compensativi previsti, e sostenendo con forza sia i reimpianti di olivi che la riconversione verso altre specie come mandorlo, ciliegio e agrumi. L’obiettivo deve essere la rinascita solida e concreta di un territorio vocato all’agricoltura, oggi desertificato dalla Xylella. Così Cia-Agricoltori Italiani, intervenendo alla riunione del Tavolo di coordinamento sul Piano, che si è tenuto ieri al Mipaaf alla presenza del sottosegretario alle Politiche agricole Francesco Battistoni.
“Sulla Xylella occorre innanzitutto sbloccare le risorse già stanziate, semplificando e accelerando le pratiche burocratiche e le erogazioni, poi è necessario stanziare ulteriori fondi poiché i primi sono chiaramente insufficienti. Bisogna, inoltre, eliminare i vincoli che stanno bloccando i reimpianti”. Al tavolo di coordinamento del ‘Piano Straordinario per la Rigenerazione Olivicola della Puglia”, il vicepresidente di CIA Puglia Giannicola D’Amico è stato chiaro e netto nell’indicare le priorità dell’organizzazione.
ELIMINARE I VINCOLI. D’Amico, oltre che sull’erogazione dei fondi, si è soffermato su un punto fondamentale: “se davvero vogliamo favorire i reimpianti, allora occorre superare i vincoli paesaggistici legati al sistema olivo perché impediscono la ricostruzione”, ha aggiunto il vicepresidente CIA Puglia, “per questo motivo chiediamo l’adozione di una legge di semplificazione della normativa di tutela paesaggistica per l’espianto, il reimpianto e la riconversione colturale e l’accorpamento particellare delle superfici agricole che ricadono nella zona infetta”.
OP E FRANTOI. “In favore dei frantoi, è necessario sbloccare almeno il pagamento della 102 e degli altri due anni di esercizio”, ha dichiarato Benedetto Accogli, presidente di CIA Salento. “Una deroga agli attuali parametri di accesso agli aiuti va stabilita anche a vantaggio delle OP, le Organizzazioni di Produttori vanno messe nelle condizioni di operare e di tornare a produrre reddito e lavoro”.
FACILITARE GLI ESPIANTI. “Occorre un maggiore impegno per la bonifica completa dell’area infetta e la semplificazione degli espianti”, ha aggiunto Pietro De Padova, presidente di CIA Due Mari (Taranto-Brindisi).
Il Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia, approvato a marzo 2020 con una dotazione di 300 milioni di euro, è stata la prima vera risposta organica a un’emergenza che va avanti da otto anni, ma la sua attuazione procede troppo a rilento. Allo stesso tempo, urge una semplificazione delle procedure di espianto e reimpianto/riconversione e il superamento di vincoli come quello paesaggistico, per la ricostruzione dell’economia e dello stesso paesaggio rurale.
GLI INDENNIZZI. Cia, quindi, ha chiesto di accelerare sugli indennizzi e sostenere gli investimenti; di semplificare le procedure burocratiche per la ripartenza e di bonificare in tempi rapidi l’area infetta; ha posto in evidenza l’importanza dell’infrastruttura irrigua necessaria a un’olivicoltura moderna e ha ricordato la priorità di salvaguardare gli olivi monumentali, migliorando l’efficienza del monitoraggio. Secondo Cia, inoltre, è necessario velocizzare su altre misure, che non si sono ancora concretizzate, come quella dedicata a ricerca e sperimentazione, le cui linee di indirizzo sono state individuate in Comitato fitosanitario. Positiva, invece, la riallocazione concordata di risorse sulla misura che ha registrato overbooking, ossia i reimpianti di olivi in zona infetta, che attestano ancora una volta la voglia di ripartenza del territorio (oltre 9.000 domande ricevute dalla Regione per un potenziale di spesa di oltre 200 milioni di euro a fronte dei 40 stanziati). Infine, Cia ha chiesto una deroga futura sul criterio del valore di produzione commercializzata per le OP olivicole operanti in area Xylella.