I lavoratori chiedono un serio piano di rilancio e di riaperture
FASANO – Il commercio di Fasano si mobilita, sollevando il proprio grido di protesta. Due saranno le iniziative in programma domani, mercoledì 7 aprile: una della Confcommercio di Fasano e l’altra dei venditori ambulanti.
Su iniziativa della delegazione locale di Confcommercio, dalle ore 9 alle ore 11, i titolari di attività del commercio terranno le serrande alzate in segno di protesta per «i ritardi – si legge in una nota stampa – con cui il Governo nazionale interviene per concedere ristori adeguati ed altre forme di sostegno a chi da troppo tempo è costretto a tenere chiusa la propria attività».
«Sollecitiamo – afferma Donato Pistola, presidente di Confcommercio Fasano – il varo di un piano di rilancio del Paese, fatto di regole certe e non dell’improvvisazione che ha contraddistinto le scelte messe in campo fino a questo momento. Troppo semplice individuare nel commercio il rischio maggiore di contagio. Oggi, dopo settimane di chiusura totale di tutte le attività, il paese è ancora in zona rossa. È evidente che si è scelta la strada sbagliata per contrastare il virus».
L’altra iniziativa, di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi, è il sit-in di protesta organizzato dai venditori ambulanti del settore non alimentare per domani mattina, a partire dalle ore 8, nell’area mercatale di via Giardinelli. «Come ormai noto, la nostra categoria – si legge in un comunicato stampa – rientra tra quelle che non vendono “beni essenziali” anche se, a dire al vero, il 100% di noi opera sulle piazze per dare un sostentamento alla propria famiglia. Ragion per cui ci chiediamo se non siano veramente questi beni essenziali. In tutta Italia stanno nascendo movimenti spontanei atti a far sentire la propria voce e manifestare il proprio dissenso verso questi provvedimenti governativi. Insieme, domani, faremo vedere che dietro tutte le bancarelle e le serrande ci sono famiglie che non riescono più a far fronte agli impegni che un’attività presenta quotidianamente e che non riescono più a soddisfare le esigenze minime che una famiglia richiede».
Oggi, una manifestazione simile si è tenuta a Bari. «Se la zona rossa non ha prodotto il calo dei contagi che tutti ci auguravamo, significa che non siamo noi commercianti il problema, perché mentre noi siamo fermi, tutto quello che c’è intorno a noi si muove continuamente e quotidianamente dando spazio solo a pochi la possibilità di lavorare facendo confluire tutta l’utenza presso di loro, quindi l’unica cosa che chiediamo è di riprendere a lavorare perché abbiamo speso centinaia di euro per mettere in sicurezza le nostre attività e siamo scesi a compromessi con i comuni per mettere in sicurezza i mercati e i negozi della città. È il momento di alzare la testa e far sentire la nostra voce!».