I docenti Cinzia Cupertino, Michele Iacovazzi e i ragazzi del “Salvemini” e del “da Vinci” hanno presentato “Lezioni di volo e di atterraggio” (Einaudi), l’ultimo libro del Professore della musica italiana.
FASANO – Per molti versi siamo esseri binari e, parafrasando Schopenhauer, potremmo dire che il genere umano è un pendolo che oscilla costantemente tra irriducibili dicotomie come quella tra μύθος (mytos, il mito) e il λόγος (lógos, il discorso razionale). In questo solco si inserisce con un compito preciso il prof. Roberto Vecchioni: farci deragliare da tracciati precostituiti.
L’occasione propizia è la presentazione online del suo ultimo “Lezioni di volo e di atterraggio” (Einaudi) trasmessa sui canali social della Città (presente nella persona dell’Assessore Cinzia Caroli) e dei Presìdi del Libro di Fasano (guidati dalla referente Annamaria Toma). Una lezione, moderata dalla prof. Cinzia Cupertino dell’IISS “Salvemini” e dal prof. Michele Iacovazzi dell’IISS “da Vinci” di Fasano, in cui il corpo studentesco – rappresentato da Elena Digeronimo, Ilaria Falcioni (studentesse al “da Vinci”) e Alessia Loconte, Alena Loprete (studentesse al “Salvemini”) – non poteva che esserne protagonista.
Il videotrailer del libro ha aperto l’intervista accorciando le distanze virtuali e “commuovendo” anche il Professore della musica italiana. «Proprio il verbo “commuovere” mi interessa – ha esordito – perché vuol dire “muoversi insieme”. Non esiste il personalismo, esiste la capacità di comprendere assieme che non si salva il mondo senza cultura». Le sue lezioni di volo e di atterraggio, infatti, non sono che l’ennesimo coraggioso tentativo di indagare il mondo con gioiosa curiosità. La cultura, soprattutto, non è il solo sapere.
Vecchioni insegna ad andare “in direzione ostinata e contraria”, a superare i binari mentali, a deragliare dal mero nozionismo. Per farlo, però, c’è bisogno di tempo e di spazio. C’è bisogno di insegnanti che osino tornare all’etimologia di “scuola”, dal latino schŏla e dal greco σχολή, vale a dire tempo libero e piacevole uso delle proprie forze. A venirci in soccorso, come sempre, c’è la forza della parola, «la più grande invenzione della storia», non merce di scambio ma tesoro da custodire e propagare.
Questa, quindi, la preziosa lezione di volo e atterraggio: la cultura è allo stesso tempo il delicato equilibrio raggiunto dalla compenetrazione tra realtà e fantasia, discorso razionale e discorso mitico (lógos e mytos, appunto) e le ardite provocazioni di menti allenate.