Si è concluso in Polonia il progetto che ha visto protagonisti studenti e docenti dell’istituto
CRACOVIA (POLONIA) – Si è concluso il progetto Erasmus+ “SILVER HERITage” che ha visto coinvolto l’istituto Salvemini di Fasano. I docenti Nardelli Annapaola, Guarini Giuseppina, Semeraro Giovanni accompagnati dal dirigente scolastico la prof.ssa Maria Convertino e dal Direttore amministrativo Vincenza Dicataldo, si sono ritrovati con i partners di Cipro, Grecia, Turchia e Polonia a Cracovia, cuore della cultura polacca, per discutere sul tema dell’ultimo workshop “Recipies of our grandparents”.
Nel corso delle attività che hanno caratterizzato il meeting, i partners hanno avviato il dibattito partendo dalle domande “Cosa possiamo imparare dalla dieta dei nostri nonni? Vivere (e mangiare) come facevano le generazioni precedenti ha ancora molto senso oggi?” Per cercare di dare delle risposte a tali quesiti, sono state relazionate le diverse “strategie” sul cibo che possiamo prendere dai nostri parenti più anziani e quali sono i vantaggi che possiamo trarre oggi dalla loro dieta.
È stato sottolineato come la disponibilità di cibo ai tempi dei nostri nonni era inferiore e pertanto loro si nutrivano di quello che si riusciva a produrre autonomamente nel proprio orto e nei propri pollai. Le generazioni più anziane producevano parecchio di ciò che mangiavano per conto loro, grazie all’orto e alle stalle; allevavano gli animali nel proprio giardino per sostentare la famiglia (anche perché le famiglie di una volta avevano molti più figli rispetto alle famiglie moderne). Il risultato della produzione autonoma del cibo era cibo di provenienza etica, fresco, privo di additivi, non elaborato.
Per assicurarsi il sostentamento anche nel periodo invernale, i nonni preparavano le conserve (passata di pomodoro, marmellata) e conservavano i loro prodotti alimentari in vasi di vetro con sale, oppure li stipavano in luoghi freschi. Questo metodo creava un processo di fermentazione che non solo conservava i cibi per più tempo, ma li arricchiva di sostanze nutritive.
I nostri nonni si affidavano ai raccolti, per sostentarsi, e come si sa, non si può comandare l’arrivo delle stagioni e le fasi di semina e raccolta. Per questo, erano “costretti” a mangiare soltanto prodotti di stagione di cui conoscevano perfettamente la provenienza. I nostri nonni erano abituati a cibi sani e freschi che dovevano essere cucinati in casa; la verdura, come anche cereali e legumi erano elementi fondamentali nella lor dieta.
Anche fagioli e lenticchie erano spesso cucinati nelle case di campagna: alimenti ricchi a livello nutrizionale che potevano nutrire tutta la famiglia. Ceci, fave e piselli… anch’essi erano alimenti molto amati nelle diete dei nostri anziani parenti.
Nel corso degli incontri sono stati presentati i lavori svolti dagli studenti, i quali con grande impegno e interesse hanno rispolverato le memorie dei loro parenti più anziani per cercare di recuperare le antiche tradizioni culinarie che hanno caratterizzato la storia del vissuto di ognuno di loro.
Il soggiorno a Cracovia è stato allietato dalla visita della città, dal centro storico alla splendida piazza medievale con la maestosa Basilica di Santa Maria per passare alla collina di Wawel, uno dei luoghi più suggestivi di Cracovia, con il suo castello e la cattedrale, monumentale edificio ricco di storia e sintesi di differenti epoche e stili.
Prima della partenza tutti coloro che hanno partecipato alle quattro mobilità condividendo, attraverso le attività messe in atto con gli studenti, le metodologie didattiche ma anche le tradizioni culinarie e non solo, hanno trascorso una piacevole serata al “Morskie Oko” un ristorante tipico di Cracovia degustando piatti caratteristici della cucina polacca. Si è conclusa, dice la prof.ssa Maria Convertino, dirigente dell’Istituto Salvemini, un’esperienza formativa di crescita personale e di riflessione finalizzata a rafforzare la dimensione europea dell’educazione attraverso lo sviluppo professionale, la condivisione e il trasferimento delle migliori pratiche didattiche e di sviluppo scolastico.
L’esperienza è servita a perfezionare la qualità della formazione, a valorizzare il supporto di gruppo e lo scambio di esperienze al fine di migliorare la qualità d’insegnamento.
Fare degli studenti adulti consapevoli, sani e felici è ciò che ogni insegnante desidera e si impegna con forza e dedizione a realizzare. Stimolare una nuova generazione di giovani a farsi carico della responsabilità del proprio apprendimento e della propria crescita apre ad uno scenario ben più ampio in cui si rilancia la qualità dell’informazione e della formazione ma anche, a lungo termine, quella dei legami tra gruppi, storie, popoli, generazioni, nell’ottica di eleggere le competenze sociali, affettive e di pensiero (le cosiddette life skills) a fattori protettivi dell’energia creativa e promotrice di cambiamento e benessere.