Non è solo un attacco ad un imprenditore: è uno sfregio al nostro patrimonio storico
“Caro direttore,
torno a scriverle dopo un po’ e a dire il vero non so neanche da dove iniziare, visto il numero elevato di argomenti che ci sono da due settimane a questa parte. Ho voluto far calmare un po’ le acque ma non posso esimermi dal parlare dell’ultimo avvenimento scabroso accaduto in città.
Il Ciporti e i suoi proprietari non si meritano tutto questo. Non se lo merita Fasano e non ce lo meritiamo neanche noi cittadini che dovremmo essere imbufaliti tanto quanto i fratelli Baccaro. Ho seguito grazie al suo giornale la manifestazione di solidarietà che si è tenuta sotto i Portici proprio la sera stessa del fattaccio. È stato bello vedere così tante persone ed è encomiabile il gesto del Sindaco di aprire un conto corrente per le donazioni libere da parte della città. Se tutto va bene il Ciporti riapre tra meno di una settimana mentre il danno architettonico al porticato ce lo dobbiamo tenere per un po’, spero il meno possibile. Ed è proprio questo aspetto che voglio approfondire! Il presunto piromane ha arrecato danno a tutto l’ambiente circostante il Ciporti all’infuori del Ciporti stesso o meglio del suo interno, obbiettivo sicuramente primario da parte sua. Allora qua due sono le cose: o l’attentato l’hanno fatto Stanlio e Ollio oppure il malintenzionato avrà imparato a fare questo genere di cose su Youtube tramite qualche tutorial perché come operazione criminosa è per fortuna un fallimento colossale, roba degna della Banda Bassotti. Oltre ad essersi messo contro le Forze dell’Ordine, il tale ha ormai contro tutta la città. E se è riuscito a mettersi contro una città come Fasano, che di costituzione è una cittadina che vive di pane e omertà, significa che l’ha fatta veramente grossa.
Le racconto un flash che mi ha colpito particolarmente. Ero in fila al supermercato, era sabato e si faceva la spesa per la domenica, e qualche turno davanti a me c’era una ragazzina che parlava con l’amica del fatto del giorno: “Ma quello che dico io è… ma chi si crede di essere questo per fare una cosa del genere?”. Non penso ci sia da aggiungere altro! Una ragazzina di non più di 14 anni ha centrato la questione. Lei che per la sua giovane età non ha vissuto gli anni pesanti di Fasano, anch’essi molto “infuocati”, in cui le azioni poco lecite erano all’ordine del giorno. Il senso di legalità sprigionata da quella innocente adolescente mi ha fatto riflettere e dovrebbe far riflettere tutti noi.
Nessuno deve permettersi di sentirsi il padrone di questa città, nessuno deve permettersi di poter decidere sulle vite altrui e soprattutto nessuno deve pensare, neanche lontanamente, che ogni azione passi impunita. Confido fermamente nelle istituzioni, nelle forze dell’ordine e nel loro incremento sul territorio, a mio avviso imprescindibile!
Noi fasanesi siamo belli assai però: se non vediamo pattuglie ci lamentiamo perché nessuno vigila sulla nostra sicurezza, se invece vediamo troppi posti di blocco ci lamentiamo perché prendiamo troppe multe per non aver messo la cintura di sicurezza. È pur sempre un’infrazione, no? “Quelli nuovi” (così è stato ribattezzato il nucleo operativo che ha prestato servizio a Fasano dopo i diversi casi di auto incendiate) non guardano in faccia a nessuno, come è giusto che sia! Ma ci abitueremo anche questo, lo so! Noi facciamo i contrasti dinanzi alle novità ma poi ci adeguiamo e ci facciamo i dritti davanti a quelli che ancora non lo hanno fatto! E a proposito di adeguarsi, probabilmente qualcuno con retaggi “antichi” deve ancora farlo ma è bene che lo faccia in fretta! Perché Fasano è una città pulita, una città onesta e soprattutto una città in cui la legalità deve regnare. Sovrana.”
Mister K
P.s. Per chi volesse dare il proprio contributo alla causa del Ciporti, sfrutto questo spazio che gentilmente mi è concesso da Gofasano per rammentare il codice iban su cui è possibile effettuare le donazioni: IT55Q0542425800000001002130
Coraggio fasanesi, un pacchetto di Marlboro rosse in meno e una donazione in più! E non dimentichiamo mai che “ogni pizziche ignoreca!”