
Il fotografo fasanese ci ha voluto raccontare la sua storia, e quelle che sono le ambizioni future
FASANO – Abbiamo incontrato Nicola Cardone, un ragazzo fasanese, o forse bisognerebbe dire “cittadino del mondo” che, nella ricerca di se stesso, ha trovato una voglia matta di cristallizzare gli istanti con la sua macchina fotografica, e di raccontarsi agli altri attraverso gli scatti. È il motivo per cui un anno fa vola a Roma e comincia una nuova esperienza nel mondo della produzione cinematografica, sul set dell’acclamata serie tv norvegese “Skam”, giunta alla quinta edizione nel suo adattamento italiano, e che tratta di tematiche attuali, drammi adolescenziali forse più vicini a noi di quanto pensiamo. Ed è così che comincia la nostra intervista a Nicola, davanti a un caffè.
Ciao Nicola, innanzitutto come stai, e perché questa scelta “cinematografica”?
Sono molto appagato, sto cercando di incanalare il mio talento verso una strada in cui venga valorizzato. Dopo il Liceo a Fasano ho frequentato una scuola di fotografia a Bari, che ha permesso di mostrarmi più strade. Il mondo del cinema mi era sconosciuto, ma ci ho lavorato, cominciando a guardare serie tv in quarantena. A un certo punto vedo questa serie, “Skam”, mi appassiono a storie in un momento in cui la nostra storia era meno importante, essendo costretti in casa, e appena se ne presenta l’occasione invio un curriculum all’azienda di produzione televisiva della serie. Hanno apprezzato i miei lavori e mi hanno chiamato per uno stage a Roma.
Vuoi raccontarci di cosa parla “Skam”, e di cosa ti occupavi sul set?
“Skam” parla di tematiche a noi vicine. Nella prima stagione il tema centrale è quella che potremmo definire una semplice relazione etero, legata a una realtà che noi viviamo come ragazzi. Dalla seconda in poi si affrontano tematiche più svariate, dall’omosessualità agli amori tossici, alla difficoltà del multiculturalismo, infine la quinta parla di problematiche maschili meno conosciute, spesso oggetto di bodyshaming. Tutti i protagonisti fanno i conti con loro stessi e poi con il resto del gruppo, in un’evoluzione adolescenziale che è un po’ quella che tutti vivono. Sul set ero assistente del direttore della fotografia, ho quindi da subito toccato con mano cosa avviene dietro lo schermo. Ho imparato da zero, non sono mancate gaffes iniziali, ma anche problematiche legate al Covid, che hanno allungato le riprese di un mese (da novembre 2021 a fine gennaio 2022, ndr). È stata un’esperienza bellissima, non dimenticherò quando – una volta risultato positivo l’attore che interpretava il corriere Amazon – ho dovuto sostituirlo in quel momento. Con i miei amici è stato bello vedere tutto d’un fiato la quinta stagione e leggere, infine, i titoli di coda, per mostrare loro il grande lavoro che c’è dietro.
Lasciare Fasano per Roma com’è stato?
I romani ti fanno sentire subito a casa, non vedono l’ora di farsi sentire la loro storia, inserirti nel loro mondo. Il problema di Roma è che non vuole cambiare, non vuole fare quel salto di qualità, rappresenta insomma una zona di comfort, ed è forse questo che la rende anche bella, una perfetta rappresentazione dell’Italia. Il calore che ho ricevuto qui a Fasano non l’ho però avuto da nessun’altra parte, ma la nostra città mi sta un po’ stretta. Nonostante il lavoro negli anni dopo il Liceo non riuscivo mai a esprimermi diversamente da quanto già facevo, perciò ho deciso di cambiare aria, e ora ho di fronte Milano.
E quindi ora Milano, c’è un po’ di paura nel tuo futuro?
La pandemia ci ha insegnato che l’immagine è tutto. Sono convinto che la fotografia salverà la vita alla gente, sono le immagini che hanno permesso di connetterci alle persone durante la quarantena. Non so bene di cosa ho paura, forse di essere uno fra i tanti agli occhi dei professionisti. Mi sento sempre valorizzato, ma voglio rapportarmi con chi questo lavoro lo fa da anni, è un fatto di ambizione. Ho paura di non farmi valere per quello che sono, vorrei riuscire a far vedere chi sono attraverso una foto. Amo fotografare i volti delle persone perché mi piace cogliere la loro anima, amo rivedere attraverso la foto cosa il personaggio ha trasmesso in quel momento, la foto non mente. La fotografia mi ha permesso di conoscere persone attraverso uno scatto, e a me piace molto parlare con le persone, conoscere le sue storie. Nella scelta dei fotografi siamo guidati da chi ha la nostra visione del mondo, e io non vedo l’ora di far conoscere la mia agli altri.
E a Nicola vanno i nostri migliori auguri per realizzare questo suo sogno.










