
Magistrale performance dell’attrice napoletana nel reading “Raccontami. Una passeggiata devota”



FASANO – La gioia di ascoltare in religioso silenzio Isa Danieli, una delle poche voci potenti, ancora in circolazione, del teatro italiano. La gioia di chi ama quest’arte come semplice spettatore e la gioia (e il dovere, aggiungiamo) di chi quest’arte la fa o la vorrebbe fare. L’attrice napoletana, ieri sera (24 agosto) ha regalato emozioni infinite nel reading Raccontami. Una passeggiata devota, ultimo appuntamento al Minareto della rassegna di prosa Teatro sotto le stelle, realizzata dal Comune di Fasano in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.
Con la classe e la grazia che la contraddistinguono, la poliedrica Danieli ha trascinato, stregandolo, lo spettatore nella sua vita, dove a segnare il tempo trascorso è stata la polvere dei palchi calpestati, i fondali colorati e sipari che si sono alzati e chiusi, ogni sera, sul suo mondo.
E lo ha fatto vestendo e svestendo, in un abile gioco di immedesimazione simultanea, i panni di alcune delle donne che ha interpretato nel corso della sua luminosa carriera: dalla Regina di Regina Madre di Manlio Santanelli, malata nel fisico ma indistruttibile nell’anima, alla perfida baronessa Donna Clotilde di Ferdinando, superbo testo firmato dal compianto Annibale Ruccello; dalla disperata Domenica di Allegretto (per bene…ma non troppo) di Ugo Chiti alla battagliera Miriam di In nome della madre di Erri De Luca; dalla solitaria ma libera Maria Soccorsa detta Sesella de La guardiana del faro di Francesco Scotto a Leonarda Cianciulli, madre amorosa e sola di Amore e magia nella cucina di mamma di Lina Wertmuller; dalla possessiva Chiarina di Bene mio e core mio, scritto da quello che fu il suo primo mentore, Eduardo De Filippo (di cui ha recitato anche l’intenso finale del terzo atto di Napoli Milionaria) passando per la vendicativa Nana di Luparella scritta da Enzo Moscato, per chiudere le parole tratte da Dedica Segreta di Roberto De Simone. Una vera e propria ode alla donna, “quella sconosciuta che da cinquemila anni sostiene sul suo petto il peso delle bocche di tutti gli imperi del mondo”.
Fotoservizio: Mario De Santis


