Sofia Manvati, Paride Losacco, Leonardo Taio, Francesco Dillon e Axel Trolese omaggiano i compositori dell’Est in un singolare concerto
FASANO – Un programma inusuale per due autori, Dohnanyi e Arenskij, di rara esecuzione.
Ѐ andato in scena ieri, 23 aprile, il penultimo appuntamento con la Stagione di Musica da Camera organizzata dall’Accademia dei Cameristicon il supporto dell’Amministrazione fasanese.
Ad esibirsi sul palco del Teatro Sociale uno magnifico quintetto composto da Sofia Manvati e Paride Losacco al violino, Leonardo Taio alla viola, Francesco Dillon al violoncello e Axel Trolese al pianoforte.
Cinque musicisti perfettamente amalgamati di rara bellezza, artistica ed emozionale.
Due le opere proposte, sontuosi capolavori, omaggio alla bella musica scritta alla fine dell’800 da compositori dell’Est.
In apertura di concerto, il Quintetto op.51 scritto nel 1900 dal compositore e pianista russo Anton Arenskij.
Quattro i movimenti. I primi due, Allegro moderato (che ricorda molto Tchaikovsky) e le Variazioni. Andante. Tempo di Valse. Allegro molto. Tempo I, contraddistinti da una maestosità sinfonica.
Una tristezza che si trasforma in una danza trascinate che portano agli ultimi due, lo Scherzo. Allegro vivace e il Finale. Fuga. Allegro moderato.
A seguire, i musicisti hanno eseguito il Quintetto op. 1 scritto nel 1895 dal compositore, maestro d’orchestra e pianista ungherese Erno Dohnanyi.
Un’opera giovanile amatissima da Brahms – non avrei potuto scriverla meglio, dichiarò appena ascoltata –, tanto che l’autore divenne il suo pupillo.
Quattro i movimenti: Allegro – Scherzo, allegro vivace – Adagio quasi andante e Finale: allegro animato. Allegro.
Un’opera monumentale, complessa nella sua struttura – inizio drammatico in media res e finale trascinante –, che con sapienza tocca varie corde emotive.
In chiusura dell’applauditissimo concerto, uno dei movimenti di Arenskij come bis.
Prossimo appuntamento – l’ultimo della rassegna –, martedì 14 maggio, sempre alle ore 20.00.