Ieri il terzo appuntamento della XII edizione del Festival
FASANO – Sacro e profano. Spiritualità e modernità. Sono questi gli scontri di “Libere Clausure”, lo spettacolo della Compagnia La Cricca di Taranto andato in scena ieri (23 ottobre) al Teatro Sociale, nell’ambito del XII Festival Nazionale di Teatro “Di Scena a Fasano”.
Lo spettacolo di Marina Pizzi, con la regia di Aldo L’imperio, si apre con un incontro lavorativo fra Madre Paola (Angela de Bellis), la badessa di un convento benedettino, e Irma (Anna Cofano), un’architetto che le propone il progetto di restauro della vecchia struttura. A far da sfondo, ma neanche troppo, alla vicenda, è la giovane postulante Benedetta (Vanessa Caponio), incerta verso il futuro e i voti da prendere.
L’iniziale spregiudicatezza di Irma la porta a irridere la vita monastica, e il suo atteggiamento si contrappone a una Madre badessa ormai avanti con gli anni e devota al Dio Padre. Da un lato il freddo attaccamento ai valori terreni, e a un restauro che potrebbe fruttare un bel po’ di quattrini, dall’altro il semplice principio che vede soltanto nella rinuncia ai beni la vera libertà. Due mondi opposti separati da una grata entrano in conflitto in una lenta narrativa destinata a proseguire con un avvicinamento delle due a trovare una soluzione alla questione del convento in rovina e del chiostro, inizialmente neanche incluso nel progetto ma di fondamentale importanza per le suore. Al tempo stesso si assiste all’evoluzione della giovane Benedetta, che decide di accettare infine i voti, pur consapevole del dolore arrecato ai suoi familiari. E così anche Irma, a seguito di una notizia sconvolgente, inizia a guardare al cielo per cercare conforto.
“Libere clausure” porta dunque lo spettatore a chiedersi quando l’uomo sia davvero libero, snaturato in una società cinica oppure alla ricerca di se stesso, pur allontanandosi dai canoni tradizionali. Pochi i momenti ironici, atti a stemperare una situazione di crescente dubbio. Il linguaggio è ben curato, così come la scenografia e soprattutto i costumi. Sono proprio questi ultimi a rappresentare l’inossidabilità di Madre Paola e l’evoluzione della giovane novizia e dell’architetto, che alla fine si ritrovano cambiate. Stavolta per sempre.
Il prossimo appuntamento si terrà sabato 30 ottobre con lo spettacolo “Il medico per forza”.
Fotoservizio di Francesco Schiavone