Presentato a Palazzo di Città uno dei più recenti casi letterari: nove edizioni in pochi mesi e probabile candidatura al Campiello 2023
FASANO – Un vero caso letterario – prossima è la nona ristampa, i diritti sono stati opzionati per una serie televisiva e notizia dell’ultima ora, il romanzo è stato selezionato per il prossimo Campiello – dal sapore più gustoso visto che l’autrice è pugliese e la storia è ambientata in Puglia.
Stiamo parlando della salentina Francesca Giannone che ieri pomeriggio (13 aprile) è stata ospite a Palazzo di Città per presentare La portalettere (Casa Editrice Nord).
L’evento è stato organizzato dal locale Presidio del Libro in collaborazione con Inner Wheel Club Fasano e il patrocinio dell’Assessorato alle Pari Opportunità, rappresentato da Cinzia Caroli che ha avuto il compito di dialogare con l’autrice.
A dare il benvenuto ai presenti Annamaria Toma, referente del Presidio fasanese (che festeggia i suoi primi 20 anni), che si è detta felice di aver coinvolto l’assessore Caroli («la persona giusta per questo romanzo»), per poi citare la bellissima frase di Maria Grazia Calandrone sulla letteratura: «Ridà vita a ciò che non c’è più, illuminando di riflesso la vita del lettore».
A seguire i saluti e ringraziamenti della presidente dell’Inner Wheel Club Rosalba Manfredi che ha sottolineato come il libro della Giannone sia stato la scelta migliore per lo slogan di quest’anno Work Wonders, fare miracoli.
Un romanzo sull’attivismo, la solidarietà e il riscatto femminile, nato da un biglietto da visita in possesso della stessa autrice.
«Una storia scritta bene, affascinante – lo ha definito l’Assessore –, e non solo perché l’autrice è la pronipote della protagonista, Anna. Una donna spigolosa e straordinaria, che non tace le sue convinzioni».
Siamo negli anni ’30 a Lizzanello, un piccolo paese del Salento. Anna, venuta dalla Liguria e per questo sarà per sempre marchiata come la forestiera.
Anna, donna altera, una creatura a colori in un mondo in bianco e nero, che entrerà subito in contrasto con le donne del paese, vere donne del Sud.
Anna che non farà alcuno sforzo per comprendere le abitudini e le tradizioni del luogo dove è andata a vivere. Anna che per essere se stessa fino in fondo, ne pagherà il prezzo con la solitudine.
Anna che per tutta la vita sarà il vertice di un triangolo amoroso: l’amore, sano, tra lei e suo marito Carlo; l’amore viscerale, quasi morboso, tra Carlo e suo fratello Antonio; l’amore smisurato e inconfessabile (ma poi mica tanto…) di Antonio per Anna.
Anna che fonderà la prima Casa delle Donne. «Un’invenzione letteraria – ha dichiarato l’autrice –, un omaggio a quelle fondate negli anni ’70. In realtà la vera Anna ha aiutato molte donne bisognose in privato».
A fare da cornice una serie di personaggi ben delineati, ambienti descritti in maniera dettagliata, come la casa – che esiste nella realtà – di Anna e Carlo, con il suggestivo giardino segreto.
«Frutto di una accurata ricerca e di un lavoro di cesello durato molto tempo – ha confessato la Giannone –. In oltre cento anni, nessuno in paese ha mai reso onore alla mia Anna. Alla fine l’ho fatto io, mantenendo quella promessa che lei ha strappato a mia madre in punto di morte».