Ieri un incontro sul tema organizzato dal Circolo della Stampa, occasione per celebrare i 50 anni di iscrizione all’Albo di Franco Lisi
FASANO – I social network e la capillare diffusione delle testate online stanno radicalmente cambiando il mondo del giornalismo. L’incontro di ieri sera, mercoledì 20 novembre, tenutosi nella Sala consiliare del Comune di Fasano, è stato momento di riflessione sul tema “Informazione tra giornalismo e social”, messo a punto dal locale Circolo della Stampa “Secondo Adamo Nardelli”.
Ospite della serata Marcello Orlandini, direttore della testata online Brindisi Report, che ha portato ai presenti la sua testimonianza condividendo pensieri, dati statistici e anni di esperienza. Intervistato da Paola Guarini, Orlandini si è soffermato sulla differenza tra i social media e i media industriali affermando che solo questi ultimi sono i veri diffusori di notizie. Si è parlato poi di fake news, di forza e valore della pubblicità, di aspetti positivi e negativi delle testate online ma anche delle prossime novità che riguarderanno l’Ordine dei giornalisti.
«Il giornalismo ha sempre dovuto confrontarsi con i poteri forti – ha affermato Orlandini – Ha sempre dovuto combattere contro il cosiddetto “bavaglio”. I giornalisti pagati meno degli operatori dei call center però non sono mai scesi in piazza a scioperare». Quello attuale è un giornalismo che si sta svilendo, fatto di pressapochismo, secondo Paola Guarini.
Ma la serata è stata l’occasione per ricordare tre importanti figure scomparse nell’ultimo anno che, a loro modo, hanno contribuito a “fare” comunicazione, ovvero il giornalista Vittorio Bruno Stamerra, il musicista Gianni Lenoci e il fotografo Chicco Saponaro.
L’incontro si è concluso con un grande ed emozionante ringraziamento a Franco Lisi, decano dei giornalisti fasanesi e presidente del Circolo della Stampa, che quest’anno compie i suoi 50 anni di iscrizione all’Ordine.
Dopo la consegna di una targa ricordo, un commosso Lisi ha ricordato la sua iscrizione all’albo avvenuta il 18 novembre 1969, tra l’odore dell’inchiostro e i giornali stampati artigianalmente. «Non ho inseguito il successo, mi piaceva “fare” il giornale. Mi auguro che i giovani possano avere migliori prospettive. Andate alla ricerca della verità e ricordate che questo è il mestiere più bello del mondo!».