Presentato ieri “Essere…basso”, il primo libro dello storico bassista di Francesco De Gregori
FASANO – «Per smettere di suonare il basso mi dovrete uccidere». Parola di Guido Guglielminetti, bassista, compositore, produttore e da tanti anni a capo del gruppo che accompagna in concerto Francesco De Gregori, che ieri sera (19 luglio) presso il Boho Selva Cafè a Selva di Fasano, ha presentato il suo primo libro dal titolo “Essere…basso. Piccole storie di musica” (L’Argo Libro edizioni).
La serata, patrocinata dal Comune di Fasano e promossa dalla società di comunicazione “Il Riscatto delle cicale”, è stata condotta dal giornalista Francesco Pepe e dal consigliere comunale Pier Francesco Palmariggi, che hanno avuto il compito di chiacchierare con l’autore. Un libro che non è una biografia in senso stretto, ma come lo stesso Guglielminetti ha affermato «una raccolta di appunti; uno strumento per superare la mia timidezza e affrontare il pubblico in maniera più diretta». Un libro «Prezioso, con una valenza pedagogica per le nuove generazioni», lo ha invece definito Pepe.
Tanti gli spunti venuti fuori durante la gradevole chiacchierata, che hanno evidenziato alcuni lati della vita – vissuta in prevalenza a pizzicare le corde del suo strumento – personale e artistica del bassista torinese, dal contrasto avuto con suo padre che non vedeva di buon occhio la sua inclinazione artistica, agli esordi fortunati in uno studio di registrazione niente meno che con Lucio Battisti. Esordio che gli ha spalancato le porte a collaborazioni con i più grandi nomi della musica leggera e del cantautorato italiano: da Fossati a Dalla, da Mina a Mia Martini. Anche se curiosamente l’incontro che il musicista ricorda con più affetto è quello in studio di registrazione con Nilla Pizzi. Una carriera brillante e fulminea quella di Guglielminetti, che ha pagato successivamente con il rischio di rimanere “bruciato” e di non essere più chiamato da nessuno.
Ma è l’incontro con De Gregori (che ha naturalmente monopolizzato gran parte della serata, proprio in vista dell’attesissimo concerto di questa sera in piazza Ciaia) che ha cambiato la sua vita, grazie a un rapporto che è cresciuto con prudenza e discrezione, e alla fiducia che il “principe” ha voluto riporre in lui, affidandogli il missaggio del disco “Terra di nessuno” e da allora, la produzione di moltissimi suoi concerti.
Guglielminetti poi, sollecitato dalle domande del giovane Palmariggi, ha espresso la sua opinione su come è cambiata la musica oggi, sulla tecnologia che ne ha modificato la creazione, l’ascolto e la diffusione. Senza tralasciare i talent, visti di cattivissimo occhio dal bassista, mezzo utile solo a chi li produce e alle case discografiche, facendo degli aspiranti cantanti solo “carne da macello”. Infine, quando gli è stato chiesto di dare un consiglio ai giovani che intendono approcciarsi alla musica, Guglielminetti ha risposto in senso più generale: «Riuscire a individuare la propria passione e coltivarla, avere la capacità di portarla avanti anche di fronte agli ostacoli».