In scena ieri il terzo appuntamento in concorso della rassegna teatrale organizzata dal GAT Peppino Mancini
FASANO – Un uomo, una storia, un’idea per la quale si è disposti anche a morire.
È andato in scena ieri (4 novembre), al Teatro Sociale, il quarto appuntamento, terzo in concorso, del XIV Festival “Di scena a Fasano” organizzato dal GAT Peppino Mancini.
Tema non facile quello di ieri sera, portato sul palco dalla compagnia “Le Colonne” di Sezze (Latina), e che ha riguardato le ultime pagine della storia di Giacomo Matteotti, politico socialista del primo ‘900 ammazzato dalla polizia segreta fascista. La data dell’omicidio è impressa nel titolo dello spettacolo di Giancarlo Loffarelli, “Diecigiugnoventiquattro” per l’appunto.
La scena, in un unico atto di settanta minuti, si apre nel salotto di Casa Matteotti, una semplice scenografia che funge da cassa di risonanza agli eventi che si svolgono negli ultimi giorni di vita del Deputato, interpretato dallo stesso Loffarelli. L’attore-regista però si strania, e affida il compito di narrare la storia alla voce di Anna (Marina Eianti), unico personaggio di finzione della pièce, governante e simbolo di quell’Italia proletaria e “ignorante” di cui Matteotti si è fatto portavoce – simbolica la scena in cui il politico le insegna a scrivere – fino al suo omicidio. La governante trasporta il pubblico nella storia, rivolgendosi direttamente allo stesso, e da qui la vicenda si dipana.
Non esiste un ordinato scorrere del tempo, il passato e il presente del politico si intrecciano per sbrogliare la matassa, e capire i motivi di un omicidio efferato – la governante teme di averlo capito -, in un’Italia che si arrendeva al Fascismo. Una sofferenza che si avverte sempre più nella figura di Velia (Luigia Ricci), così innamorata di Giacomo ma così consapevole che la sua lotta lo sta portando in terreni da non esplorare. È la figura in cui il cambiamento diviene radicale nel corso dello spettacolo, la sua angoscia si tocca con mano.
Naturalmente non mancano i rimandi politici, con le figure di Giuseppe Modigliani (Emiliano Campoli) e Filippo Turati (Marco Zaccarelli), con Matteotti fondatori del Partito Socialista Unitario, preoccupati per quella miopia di coloro che non si accorgevano del nero regime che avanzava, con Turati in prima linea ad accorgersi del pericolo fascista.
Un uomo forte e fiero delle sue idee, Matteotti, che subisce in primis lo scontro personale con Mussolini, che lo accusa di aver tradito gli ideali borghesi, che lo spinge alla consapevolezza che per lui quei discorsi in Parlamento, dopo le elezioni farsa del 1924, saranno la sua condanna a morte.
L’opera mostra i quadri di un’Italia che si avvia nel baratro nel ventennio, immagino trascinate avanti e indietro dalla forza delle idee e dalle emozioni che fanno da collante a una vicenda tanto oscura quanto triste. Degna di nota la performance della “governante-popolana” Eianti, brillante e senza sbavature l’interpretazione di Loffarelli, la scelta delle luci fa infine da contorno a una vicenda ricca di pathos.
Il prossimo appuntamento, quarto in concorso, sarà “Killer”, a cura del Teatroy di Sabbia di Vicenza, che andrà in scena sabato 11 novembre alle ore 21:00.
Fotoservizio di Francesco Schiavone.