
Ieri la seconda serata della XII edizione del Festival, ripresa ieri dopo un anno di sospensione
FASANO – Dopo un anno di sipari calati, è ripreso ieri sera (17 ottobre) il XII Festival Nazionale di Teatro “Di Scena a Fasano”. Un Teatro Sociale finalmente privo di “divieti”, al 100% della capienza come non accadeva da oltre 20 mesi, ha accolto con fervore la Compagnia del Teatro Impiria di Verona, che ha portato in scena lo spettacolo “Molto Piacere”, liberamente tratto dal film Carnage del regista polacco Roman Polański. Ad aprire la serata i ringraziamenti di un commosso Fausto Savoia, presidente del GAT “Peppino Mancini”, organizzatore del Festival, che ha colto l’occasione per salutare il pubblico presente e per ricordare chi, a causa del Covid, non c’è più. Infine i saluti del direttore artistico Mimmo Capozzi, che ha chiuso l’evento.
Lo spettacolo, diretto da Andrea Castelletti con l’aiuto di Laura Murari, potrebbe essere descritto come una specie di esperimento sociale, in cui due rispettabili coppie, in un incontro per capire come procedere circa il litigio fra i loro bambini, subiscono una involuzione da persone civili a velenosi carnefici, suscitando prima l’incredulità, poi il riso, e infine il lungo applauso del pubblico presente in sala.
Da subito si percepisce l’atmosfera di nervi e imbarazzo che aleggia fra Franco e Margherita, genitori della “vittima”, e Clara e Alberto, genitori del “bulletto”. Gli iniziali sorrisi di cortesia e i buoni propositi nel cercare di risolvere una questione ben più spinosa di quanto possa apparire finiscono per accendere la miccia di un’aria già calda di suo. Franco, da semplice venditore di pentole, si rivela un gretto incivile, poco propenso al “politically correct” e incline alla violenza nei confronti di esseri indifesi; la moglie Margherita si dimostra esasperante e volta a cercare la guerra, più che una riappacificazione. Dall’altra parte, un Alberto a tratti assente per via delle troppe chiamate di lavoro si dimostra cinico e votato unicamente al “Dio del massacro”, mentre Clara è perennemente sull’orlo di una crisi di nervi, oltre che di ipocrisia.
I quattro non riescono a raggiungere una soluzione, non vi è un centro di gravità che faccia capire all’incredulo spettatore, che anzi è più divertito per via delle bambinesche scenette ironiche, chi ha la meglio, e i quattro non fanno che cambiare alleato, in un crescendo di violenza e carneficina dialettica che finisce per distruggere tutto. Lo spettacolo restituisce dunque quattro esseri umani che, messi in una stessa stanza per più ore, finiscono per dimenticare le regole del buon senso per darsele (e dirsele) di santa ragione, quasi a far dimenticare che l’oggetto della disputa sia il comportamento infantile di due bambini, mai presenti, ma che potrebbero benissimo testimoniare il fallimento di chi li ha generati.
Il prossimo appuntamento si terrà domenica 24 ottobre con lo spettacolo “Libere Clausure”.
Fotoservizio di Francesco Schiavone