È andato in scena ieri lo spettacolo di Calliope dedicato a Ettore Colucci
FASANO – Siamo qui per cantare la bellezza di una donna e di un’artista, siamo qui per te, Ettore. Parole toccanti, parole di cui il primo lockdown ci aveva privato. La vita culturale ha finalmente ripreso vita, e ieri sera (12 dicembre) un Teatro Sociale gremito di gente ha potuto godere della IX edizione della “Festa delle Arti”, organizzata dall’Associazione Culturale Calliope presieduta da Mariateresa Maggi e come sempre dedicata a Ettore Colucci, a 10 anni dalla sua scomparsa. L’evento è stato patrocinato da Regione Puglia, Provincia di Brindisi, Comune di Fasano, I.I.S.S Leonardo da Vinci e dall’Associazione “Flavio Arconzo”.
“Ciao, Mia!”, scritto e diretto dall’impeccabile Dino Cassone, rimanda inevitabilmente all’iconica cantautrice calabrese, una delle voci più belle – e maledette – del panorama musicale italiano. Quello di ieri non è stato il classico spettacolo dedicato al repertorio indimenticabile di Mia Martini, che tutti già conoscono, ma il ricordo commosso dei lati dolci e tristi dell’artista, e prima ancora della donna che è stata.
Dov’è Mimì si chiede Renato Zero ne La grande assente, eseguita come brano d’ingresso della serata, e molti ancora se lo chiedono, in un panorama musicale spesso più concentrato sulle vendite che sulle emozioni che un’artista lascia trasparire.
Non una vita facile quella di Mimì, fra i trascorsi burrascosi dell’amore con Fossati, efficacemente riprodotti con Buonanotte dolce notte e Del mio amore, a quello con la sua stessa voce, e di come non l’abbia mai abbandonata nonostante difficili operazioni che la cantante ha dovuto affrontare.
Qui, di nuovo qui/io contro il tempo son qui/e ancora canto per chi? Si chiede Mia in E ancora canto, dando un sonoro schiaffo a quanti l’accusavano di portar sfortuna, coloro i quali volevano impedirle di gridare i propri sentimenti.
E poi il rapporto con gli affetti, dal difficile rapporto col padre, a cui rivolge spesso atti d’accusa neanche troppo velati, come in Padre davvero e quello di odi et amo con la sorella Loredana, con cui ha inciso il pezzo per Sanremo Stiamo come stiamo. Senza dimenticare però il ricordo della mamma esplicitato con Bambolina, bambolina, a cui deve tutto il suo amore per la musica.
Un amore mai nascosto neanche per le rinascite e per la propria terra, come raccontano i brani Credo e Il mio oriente. Nello spettacolo, che ha visto sempre l’accompagnamento speciale della “Calliope Live Band” e la collaborazione dell’Associazione “Ignazio Ciaia” e A.s.d “Nuovo Choreos”, non sono mancati anche pezzi più conosciuti della Mia nazionale, come Rapsodia, Col tempo imparerò e Per amarti, che oggi quasi potremmo rileggere come un inno alle emozioni incontrollabili, a qualcosa che la cantante non ha forse mai potuto esprimere del tutto, perché il tempo questo non gliel’ha concesso.
Come tempo non è stato concesso a Ettore, a cui tutti quanti hanno regalato il brano Dedicato a te dei Matia Bazar, prima dei ringraziamenti e del Minuetto finale, che ha chiuso una serata che ha saputo regalare emozioni che mancavano davvero da troppo tempo.
Fotoservizio di Francesco Schiavone.