L’associazione peruviana “Ritmo Color Y Sabor” e quella colombiana “il Sorriso” in visita all’UTL per parlare delle usanze dei propri Paesi nel periodo carnevalesco
FASANO – Nella giornata odierna (17 febbraio), nella propria Sala Convegni, alle ore 18.00, si terrà all’UTL “S. Francesco d’Assisi” di Fasano l’incontro “Dalle Ande all’Università: Tradizioni a confronto. Viva il Carnevale di Fasano, del Perù e di tutto il Mondo”.
Interverranno: Palmina Cannone, presidente dell’UTL di Fasano; Isabel Cristina Tapia Rosas che presiede l’Associazione culturale “Ritmo Color Y Sabor”; Bice Scialpi , presidente dell’Associazione “Il sorriso”; e Antonio Santoro, rettore dell’Accademia di “Belle Arti Arcaista” di Crispiano.
Animeranno la serata : il Coro peruviano mascherato, I Figuranti di “Fasano Carnevale D’Epoca” e il M° chitarrista Gino Guarini. Un evento in cui si intrecceranno usi e costumi di popoli diversi, uniti dalla Cultura.
A Fasano, nei tempi andati, il Carnevale era festa di popolo e iniziava il 17 gennaio, giorno dedicato a Sant’Antonio Abate, a cui è dedicata la Parrocchia sita in c.so V. Emanuele.
«La gente si mascherava come poteva – spiega Palmina Cannone – utilizzando abiti della nonna o della zia più anziana. Più cura era riservata ai bambini, soprattutto alle bambine, che indossavano i costumi della Principessa, Regina, Fata Turchina, Zingarella, Fioraia, di Cenerentola o Cappuccetto Rosso. I ragazzini delle classi abbienti prediligevano – prosegue Palmina – i costumi di Principe, Moschettiere, Pierrot, Pulcinella, Arlecchino. Invece, i meno fortunati optavano per il vestito di fantasma, “pigiama”, infermiere, dottore. I giovani si riunivano in casa, suonavano e cantavano allegramente. La gastronomia richiedeva piatti di maiale: dalle costate alla salciccia, dal sanguinaccio dolce o salato alla lingua farcita o allo stomaco ripieno.
Non mancavano i dolci – spiega ancora Palmina Cannone -: dita degli apostoli, ciambelline, zeppole con cannella e zucchero senza crema e confetti ricci con cuore di mandorla. C’erano i carri, ma in tono minore».
La vera tradizione dei carri invece è viva a Putignano, la città pugliese rinomata in tutto il mondo per i suoi capolavori carnevaleschi in cartapesta, che declinano Arte e Creatività.
In Perù il Carnevale si festeggia in tutto il Paese da metà febbraio alla prima settimana di marzo. È caratterizzato dal tono festoso e colorato soprattutto nelle zone Andine. Una delle caratteristiche principali riguarda il rituale della “Yunza”, conosciuta come “Umischa” nella foresta e “Cortamonte” nella costa. Consiste nel piantare artificialmente un albero pieno di regali, attorno al quale si balla, cercando di colpirlo con un machete o con un’ascia. La coppia che riesce con l’ultimo colpo a farlo cadere dovrà farsi carico dei festeggiamenti dell’anno successivo, che comportano una notevole spesa economica. Ha delle similitudini con la nostra “Festa della Pentolaccia”, con la differenza che chi rompe la pignatta fa uscire dalla sua pancia cioccolatini, caramelle e frutta secca, oppure fa pensare all’Albero della Cuccagna delle sagre di contrada.
Cultura e sano divertimento per stare bene insieme. La cittadinanza è invitata.