
Il noto artista milanese divertente mattatore nello spettacolo “Quando un musicista ride”
FASANO – “Quando un musicista ride” è un chiaro omaggio al grande Enzo Jannacci, artista surreale e comico, che solo Elio avrebbe potuto fare.
L’artista milanese si è esibito ieri (13 dicembre) al Cinema Teatro Kennedy nell’ambito della Stagione concertistica di Fasanomusica.
Ad accompagnarlo sul palco Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Alberto Tafuri al pianoforte, Giulio Tullio al trombone e Matteo Zecchi al sassofono.
Una band di musicisti strepitosi, vestiti in abiti coloratissimi e immersi in una suggestiva scenografia ispirata a Magritte.
Ottanta minuti a disposizione di Elio – a suo perfetto agio nelle vesti di ironico folletto – per condurre il pubblico in un viaggio nella musica “seriamente comica” dagli anni Sessanta agli Ottanta.
Un repertorio al limite del demenziale, che ha rappresentato una solida base per l’anticonformista teatro canzone di quegli anni.
Che restano, seppur lontani, il megafono imprescindibile della musica d’avanguardia.
Molte le canzoni pescate nel repertorio di Jannacci: “La gallina”, “Giovanni, telegrafista”, “Il primo furto non si scorda mai”, “Un foruncolo” e “Ho soffrito per te”.
Oltre a quella che dà il titolo allo spettacolo, “Quando un musicista ride“.
Immancabili Giorgio Gaber con le sue “Benzina e cerini” e “L’odore” e Cochi e Renato con “Cos’è la vita” e “Finché c’è la salute”.
Omaggio anche a Clem Sacco con un medley (“Baciami la vena varicosa”, “Oh mama, voglio l’uovo alla coque” e “Il deficiente”) e ai Gufi con “Vorrei tanto (suicidarmi)”.
Unico bis concesso, ancora Jannacci con “Rido”.
Durante lo spettacolo, legato da monologhi improbabili, Elio si concede alla lettura di fiabe, tra cui la rilettura di “Cappuccetto Rosso” targata Umberto Eco.
Irriverenti oltre ogni limite, ca va sans dire.
Fotoservizio di Francesco Schiavone.











