Il talentuoso percussionista torinese è stato il protagonista di un entusiasmante concerto
FASANO – Ha appena un quarto di secolo ed è già un indiscusso prodigio della musica mondiale. Stiamo parlando del pluripremiato percussionista Simone Rubino, per il quale si potrebbero sprecare aggettivi a iosa, che si è esibito ieri sera (22 febbraio) al Teatro Kennedy di Fasano in “Immortal Bach – Le percussioni a confronto con Bach”, ottavo appuntamento in cartellone della 36ma Stagione Concertistica organizzata da Fasanomusica presieduta da Mariolina Patronelli Castellaneta.
L’artista torinese grazie alla sua abilità e duttilità nel suonare, divertendo divertendosi, vari tipi di strumenti a percussione (dal vibrafono alla gran cassa, dal tom-tom alla marimba) è stato il protagonista di un entusiasmante concerto che ha sposato in perfetta armonia la musica senza tempo nata dal genio tedesco e la modernità dei suoni ritmici. Un progetto molto apprezzato dal pubblico fasanese dal risultato straordinario; cosa questa che accade raramente quando i modelli del passato incontrano la freschezza e l’originalità del presente.
E così ieri sera si è potuto ascoltare, vestiti di nuovi scintillanti abiti, tutti i movimenti (Preludio, Allemande, Corrente, Sarabanda, Bourrée e Giga) della Suite n.3 in do maggiore per violoncello solo BWV 1009 composta nel 1720 da Johann Sebastian Bach, in un prodigioso e “sfacciato” accostamento a composizioni di artisti contemporanei (e che a lui si sono evidentemente ispirati) come Esegesi di Roberto Bocca, Power Station di Carlo Boccadoro e la struggente Oblivion di Astor Piazzolla, omaggiato anche nell’acclamato bis eseguendo un’entusiasmante versione di Verano Porteño.
Fotoservizio a cura di Mario Rosato.