Tra gli imputati anche diversi fasanesi
BRINDISI – A distanza di 14 anni ennesimo colpo di scena nel processo relativo alla inchiesta “Pioggia d’oro”, nella quale sono 13 gli imputati, tra cui anche alcuni fasanesi. Si tratta della inchiesta, partita nel lontano 2009, legata all’indebita percezione di contributi pubblici (una truffa che era stata stimata in circa 8 milioni di euro) finalizzati al risarcimento dei danni causati alle aziende agricole dalle calamità naturali.
Nelle settimane scorso si è svolto a Lecce presso la sezione penale della Corte di Appello l’appello ter, dopo i due annullamenti da parte della Cassazione, avvenuti nel 2015 e nel 2020, che aveva chiesto ai giudici di secondo grado leccesi di rideterminare nuovamente le pene e le confische.
La Corte di Appello di Lecce ha emesso nei giorni scorsi la nuova sentenza, decidendo su quanto indicato dalla Cassazione ed accogliendo le doglianze del collegio difensivo, composto dagli avvocati Massimo Manfreda, Mario Guagliani, Michele Fino e Marcello Zizzi.
Dopo aver estromesso le parti civili, la Corte di Appello di Lecce ha rideterminato le pene riducendole, previa esclusione delle aggravanti, ed ha annullato le confische per equivalente di beni mobili e immobili che erano stati disposte a suo tempo dal Tribunale di Brindisi.
Queste le nuove pene comminate con la nuova sentenza: per i coniugi di Pezze di Greco Vincenzo Melarosa e Cosima De Matteis la nuova condanna è di 2 anni, 4 mesi e 20 giorni ciascuno; i coniugi di Montalbano, Giovanni Laporta e Isabella Caramia sono stati condannati a 8 mesi e 15 giorni di reclusione; Angela Cucci, di Cisternino è stata condannata a 3 anni e 3 mesi; Anna Maria Carucci, di Ceglie Messapica, è stata condannata a 2 anni e 10 giorni di reclusione; i coniugi Martino Carucci e Domenica Prete, di Ostuni, e Pietro Carucci, di Ceglie Messapica, sono stati condannati 1 anno, 6 mesi e 20 giorni ciascuno; Salvatore Sollazzo, di Torre Santa Susanna, è stato condannato a 2 anni e 9 mesi di reclusione, per la moglie Palmira Monticelli, la condanna è stata di 2 anni 5 mesi e 10 giorni di reclusione; condanna a 1 anno, 4 mesi e 15 giorni di reclusione ciascuno per i figli dei coniugi Sollazzo: Vito Antonio e Caterina Cecilia Sollazzo.
La Corte di Appello, inoltre, ha concesso i benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna a carico di Martino Carucci, Domenica Prete, Pietro Carucci, Giovanni La Porta, Isabella Caramia, Vito Antonio Sollazzo e Caterina Cecilia Sollazzo.