
A sentenziarlo è stato il Gip del Tribunale di Bari
FASANO – Fu omicidio volontario e non suicidio. In parte è stata fatta chiarezza nella vicenda di Palmina Martinelli, la 14enne fasanese trovata in fiamme nel vano doccia della sua abitazione a Fasano l’11 novembre del 1981 e deceduta il 2 dicembre dello stesso anno.
Il Gip del Tribunale di Bari, Giuseppe Battista, nei giorni scorsi ha emesso un decreto con il quale ha sentenziato che fu senz’altro omicidio, sconfessando la Cassazione secondo cui la 14enne si era tolta la vita, ma ha comunque accolto la richiesta di archiviazione dell’inchiesta a carico dell’unico indagato per omicidio aggravato in concorso con ignoti e false informazioni al pubblico ministero.
A distanza di 44 anni, dunque, emerge una verità giudiziaria diversa dalle precedenti, ovvero che Palmina Martinelli fu vittima di un omicidio volontario. Pur confermando tale tesi, il Gip ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura, rappresentata dal sostituto procuratore Bruna Manganelli, ritenendo che non siano ragionevolmente possibili ulteriori accertamenti in grado di individuare i responsabili.
Nel decreto si evidenzia come le indagini e i processi compiuti nei mesi e negli anni successivi alla morte di Palmina Martinelli, che culminarono nelle assoluzioni da parte della Corte di Cassazione dei quattro imputati, abbiano gravemente omesso di approfondire la pista omicidiaria, giungendo a conclusioni errate che avallarono la tesi del suicidio basate su accertamenti superficiali e incompleti svolti all’epoca e sulla reticenza di una parte della cerchia familiare.
Il Gip motiva la tesi dell’omicidio nel rifiuto di Palmina Martinelli di prostituirsi escludendo, appunto, la tesi del suicidio.
L’impossibilità di procedere ulteriormente negli accertamenti e nelle indagini a causa della mancanza di elementi probatori nuovi e significativi ha portato, comunque, alla archiviazione del caso sentenziando, però, che si è trattato di omicidio e non di suicidio.