Erano finiti in manette lo scorso ottobre
FASANO – Era l’alba del 22 ottobre dello scorso anno quando i Carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Fasano, coadiuvati dai Carabinieri del nucleo cinofili di Modugno e dello Squadrone eliportato cacciatori “Puglia”, diedero esecuzione, dopo una lunga e articolata indagine, a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Brindisi, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 9 persone (3 in carcere, 2 ai domiciliari e 4 obblighi di dimora), tutte di Fasano e già note alle forze dell’ordine, ritenute responsabili dei reati di estorsione aggravata, incendio, detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, ricettazione e furto aggravato di autovetture. Le indagini erano state coordinate dal pm Alfredo Manca.
Gli investigatori dell’Arma avevano documentato numerosi episodi incendiari avvenuti nel territorio del Comune di Fasano negli anni 2019 e 2020 e in particolare quelli che avevano colpito, in diverse occasioni, il bar – pub “Ciporti”. Episodi che avevano determinato grande paura tra i residenti e i commercianti e grande impegno da parte dei Carabinieri. E così all’alba di quel 22 ottobre finirono in carcere il presunto mandante e il presunto esecutore degli attentati incendiari ai danni del pub “Ciporti” avvenuti l’anno prima tra Fasano e Torre Canne. Oltre ad altri soggetti che non erano coinvolti negli attentati ma che rispondevano di detenzione e spaccio di stupefacenti e di estorsione.
Ieri (27 maggio), a distanza di 7 mesi, per alcuni degli arrestati che hanno scelto il rito abbreviato sono arrivate le condanne emesse dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Brindisi.
Così Francesco Cofano, 23 anni, è stato condannato alla pena di sei anni di reclusione e di 10 mila euro di multa; Giovanni Potenza, 48 anni, alla pena di 9 anni di reclusione e 12 mila euro di multa; Luigi Conversano, 37 anni, alla pena di 4 anni e 2 mesi di reclusione e 800 euro di multa; Simone Palazzo, 22 anni che non era coinvolto negli attentati incendiari ma era accusato di spaccio ed estorsione (per quest’ultima accusa è stato assolto per “non aver commesso il fatto”), alla pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione e 21 mila euro di multa. Tutti e quattro sono stati anche condannati alle spese processuali, mentre Cofano e Potenza sono stati condannati anche alle spese di mantenimento in carcere durante la custodia cautelare. Sempre Cofano e Potenza sono stati dichiarati interdetti legali per la durata della pena e in perpetuo dai pubblici uffici; mentre Conversano e Palazzo sono stati interdetti dai pubblici uffici per 5 anni.
Dalle indagini era emerso che gli incendi al pub “Ciporti” erano stati causati per fare ritrattare una testimonianza. Al centro delle indagini l’incendio della autovettura del proprietario del pub “Ciporti”, l’incendio prima della porta di ingresso dello stesso pub e poi dell’intero locale a dicembre 2019. Grazie alle indagini, i Carabinieri, coordinati dalla Procura, erano riusciti a identificare il presunto mandante – un fasanese al quale è stata anche contestata la detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti – e il presunto esecutore materiale di tali episodi, un giovane disoccupato.
Il giovane disoccupato era stato ritenuto responsabile dell’incendio di altre due autovetture, tra cui di una Mercedes Classe A di proprietà di un noto imprenditore fasanese, incendiata nel parcheggio di un una autorivendita, e della finestra di una gelateria ubicata sul lungomare a Torre Canne, avvenuto nella estate scorsa.
Ma non solo questo. Le indagini avevano fatto luce anche su alcuni episodi di estorsioni e spaccio di stupefacenti, oltre che del furto e ricettazione di autovetture.