Il consigliere comunale chiede al Comune di costituirsi parte civile. I fatti fanno riferimento alla gestione dell’appalto rifiuti
FASANO – I legali rappresentanti della ditta Tradeco – l’azienda che a Fasano ha gestito fino a qualche mese fa la raccolta dei rifiuti solidi urbani – nel periodo compreso tra il 28 dicembre 2017 e l’8 ottobre 2018 sono imputati per il delitto previsto e punito dall’art. 355 del codice penale perchè “Commettevano frode – come si legge nel decreto di citazione a giudizio – nell’esecuzione del contratto di appalto relativo alla gestione del servizio integrato di igiene urbana stipulato con il Comune di Fasano, adottato con Determina Dirigenziale n.2422 del 21.12.2012, successivamente rinnovato con Delibera di Giunta Comunale n. 118 dell’1.6.2017 e determina dirigenziale n.1046 del 21.6.2018”.
Gli atti amministrativi riportati nel decreto di citazione a giudizio dei due legali rappresentanti della ditta – il primo in carica dal 28 dicembre 2017 all’8 gennaio 2018 e il secondo dall’8 gennaio 2018 all’8 ottobre 2018 – riguardano la transazione giudiziaria con la Tradeco e l’atto di proroga, firmati dalla Amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Zaccaria.
A contestare a suo tempo l’illegittimità della proroga e della transazione fatte con la Tradeco fu il consigliere comunale Raffaele Trisciuzzi che, oltre alla azione politica svolta in consiglio comunale sulla questione, denunciò il tutto alla Procura della Repubblica.
Proprio a seguito di tale denuncia è partito un procedimento penale innanzi al Tribunale di Brindisi, la cui prima udienza si terrà il 7 gennaio prossimo.
Nel decreto di citazione si rimarca che “nell’adempimento contrattuale mancavano in tutto in parte, cose o opere necessarie a soddisfare il servizio pubblico locale di raccolta o lo smaltimento dei rifiuti, ovvero: inadempienza rispetto all’obbligo di regolare corresponsione delle retribuzioni ai dipendenti e di osservanza del CCNL di settore; mancata realizzazione di n.2 centri di raccolta muniti di sistema informatizzato di identificazione degli utenti e rilevazione automatizzata dei conferimenti (ed. Tessera Amica): insufficiente o mancato spazzamento annuale e meccanico delle strade; mancato adempimento del servizio di pulizia dei tratti di costa e degli accessi alla costa, non oggetto di concessione privata; insufficiente adempimento del servizio di innaffiamento e lavaggio stradale; insufficiente servizio di disinfezione, disinfestazione e derattizzazione e deblattizzazione”.
“Tale atto dimostra – dichiara il consigliere comunale Raffaele Trisciuzzi – come sia stato consentito alla ditta di frodare la cittadinanza in totale continuità dall’anno 2012, anno di sottoscrizione del contratto. Nel Consiglio Comunale prossimo ho presentato una mozione, per chiedere al Sindaco di costituirsi parte civile nel processo, insieme al sottoscritto consigliere comunale, per tutelare e dare la possibilità ai fasanesi di avere giustizia rispetto alle tante vessazioni economiche e ambientali subite dall’attività fraudolenta”.