Il consigliere comunale invita il sindaco a prendere immediati provvedimenti
FASANO – “Quante altre abitazioni devono ancora essere visitate dai ladri prima che il sindaco di Fasano, Francesco Zaccaria, si decida a intervenire energicamente?” è l’interrogativo posto da Vito Bianchi, consigliere comunale del Movimento inComune.
“Di fronte al dilagare dei furti – prosegue – che stanno colpendo con particolare e preoccupante frequenza Selva di Fasano, Laureto, Montalbano e perfino il centro cittadino, non può bastare un generico appello a prefetto o questore: c’è bisogno che il sindaco convochi d’urgenza le forze dell’ordine presenti sul territorio e predisponga, sin da subito, un’efficace opera di controllo e prevenzione. Costi quel che costi. La cittadinanza, in molti casi, si sente abbandonata a sé stessa. E si fa strada l’idea di organizzare ronde private, per proteggersi dalla criminalità.
Non una novità, a dire il vero: in Europa si faceva così anche in età medievale, quando non esisteva la forza pubblica, e la repressione della criminalità era assicurata dai semplici cittadini: quando si levava un grido d’aiuto per furto o aggressione, i membri di villaggi, contrade o parrocchie accorrevano e prestavano aiuto. E, in mancanza del soccorso, la comunità era tenuta a risarcire la vittima per la mancata assistenza, secondo un meccanismo di responsabilità collettiva. Solo in qualche caso, a partire dal XIV secolo, le istituzioni delle città cominciarono ad affidare a poliziotti armati l’incarico di garantire la sicurezza: tale sistema, tuttavia, si affermerà definitivamente soltanto ai primi dell’Ottocento, soppiantando l’organizzazione spontanea.
Dunque, chiediamo al sindaco Zaccaria: che intende fare? Tornare al Medioevo? Obbligare i cittadini ad armarsi e, magari, a farsi giustizia da soli? Vogliamo precipitare il nostro territorio nell’anarchia? Ricordiamo ancora come, al tempo del lockdown, il sindaco di Fasano invocò l’intervento dell’esercito per controllare una cittadinanza rintanata in casa. Bene: forse sarebbe il caso di ripetere l’appello. Ma, stavolta, per un motivo molto più pregnante”.