Sicolo: “Vigileremo rispetto a prezzi non compatibili con le condizioni di mercato”
BARI – La raccolta delle olive è iniziata con prezzi remunerativi per gli olivicoltori italiani ma purtroppo il rischio di truffe è in agguato.
Il differenziale di prezzo tra olio extravergine di oliva italiano e olio spagnolo, greco, oltre a quello tunisino, ha raggiunto i massimi proprio nelle ultime settimane, oltrepassando i 2 euro/kg.
Le truffe sull’origine del prodotto sono diventate quindi molto convenienti anche perché le vendite di olio italiano sugli scaffali dei supermercati sono in controtendenza rispetto all’extravergine comunitario.
“Apprendiamo da organi di stampa di arrivi di carichi di olio greco in Puglia. Una situazione che allarma nel momento in cui simili carichi non sono destinati a imbottigliatori, per realizzare miscele di oli comunitari, ma a frantoi, che potrebbero avere la tentazione di trasformarlo in olio nazionale” afferma Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola e vicepresidente nazionale di CIA Confederazione Italia Agricoltori.
Gli scambi di olio extravergine di oliva italiano stanno segnando un abbassamento delle quotazioni a 8,9 euro/kg, un prezzo non in linea con le indicazioni di mercato, come i prezzi delle olive e le rese in frantoio. “Stiamo lavorando seriamente con accordi di filiera perché ogni anello del comparto olivicolo-oleario abbia una giusta ed equa remunerazione, così da porter offrire al consumatore un olio extravergine di oliva nazionale buono e sano.
Il patto etico tra olivicoltori, frantoiani e industria è il risultato di questo percorso di concertazione. Spazio per speculatori e truffatori nel mercato dell’olio deve essercene sempre meno. Vigileremo rispetto a prezzi non compatibili con le condizioni di mercato, sia all’ingrosso sia sugli scaffali dei supermercati” conclude Sicolo.
Le operazioni truffaldine a carico dell’olio di oliva italiano sono un danno per l’olivicoltura italiana ma anche per lo Stato e tutta la società poiché, molto spesso, sono operazioni che sfuggono al fisco, con pagamenti in nero, magari frutto di malaffare. Il rischio è quindi che il mondo olivicolo-oleario diventi anche uno strumento per riciclare denaro sporco. Italia Olivicola e CIA Puglia invitano le autorità a intensificare i controlli non solo nei porti.