“Cooperative e consorzi sono fondamentali, la questione prezzi si può affrontare in modo maturo”
BARI – “In Puglia, le cooperative e i consorzi che uniscono gli olivicoltori sono fondamentali, anche e soprattutto in questo momento storico, per valorizzare realmente l’eccellenza delle olive pugliesi e dell’olio extravergine che da esse trae qualità e proprietà organolettiche e nutritive di ottimo livello.
Cooperative e consorzi non svendono, ma valorizzano il nostro prodotto. I frantoiani devono affrontare la questione del prezzo in un’ottica di sistema di cooperazione: svendere non risolverebbe il problema, anzi lo renderebbe più grave, perché nel medio e nel lungo periodo ci sarebbero una svalutazione e un impoverimento anche del lavoro dei frantoi.
Il sistema delle cooperative e dei consorzi olivicoli ha dato ampia disponibilità all’Associazione Frantoiani per modalità di acquisto delle olive che rendano più sostenibili il conferimento del prodotto. Lavoriamo insieme, gli egoismi interni alla filiera hanno già creato disastri, è il momento di affrontare il mercato educando i consumatori ad acquistare olio extravergine d’oliva a un prezzo che rispecchi qualità e salubrità e sia remunerativo sia per gli olivicoltori che per i frantoiani”.
Sono queste le considerazioni di Gennaro Sicolo, presidente CIA Puglia e leader di Italia Olivicola, in merito alle ultime dichiarazioni di Stefano Caroli, presidente dell’Associazione dei Frantoiani della Puglia.
“Si parla di prezzi troppo alti per i frantoiani e del fatto che, per la campagna olivicola in corso, le cooperative dei produttori olivicoli potrebbero essere costrette a svendere. Secondo me, porre la questione in questo modo non solo è sbagliato ma è anche dannoso, oltre che irrispettoso nei riguardi delle realtà cooperativistiche e dei consorzi”, aggiunge Sicolo.
“Ripeto: da parte del sistema cooperativistico e dei consorzi c’è la massima disponibilità verso i frantoiani, le due componenti devono andare insieme, è necessario superare le logiche di bottega e dei compartimenti stagni, e bisogna farlo mettendosi a tavolino, insieme, per mettere in campo soluzioni avanzate in cui si vince insieme e il settore, nel suo complesso, regga le sfide epocali che il mercato sta imponendo. Alternative a questo modo di agire non ce ne sono: o vinciamo insieme oppure scompariamo sotto i colpi di sistemi olivicoli nazionali, europei ed extraeuropei.
La Puglia e l’Italia devono uscire dall’angolino in cui le si vorrebbe ricacciare, ma per fare questo”, spiega Sicolo, “serve unire tutte le interconnessioni del sistema olivicolo e oleario, fare il lavoro che il nostro Paese ha fatto sul vino, per esempio, dove il messaggio sulla qualità è stato percepito dai consumatori che adesso sono educati a una valutazione premiante delle eccellenze”.