Riceviamo e pubblichiamo
di Mister K
Caro direttore,
tempo ci è voluto ma alla fine il tempo si è guastato. Il gioco di parole è ovviamente voluto visto che ormai il luogo comune “non esistono più le mezze stagioni” non è più un chiacchiericcio ma un dato di fatto. Ci siamo dimenticati del “primo freddo”, del vento fresco, pulito, di stagione, quel venticello pieno d’ossigeno da respirare a pieni polmoni e che non comporta nessun “costipamento”. Adesso nel giro di 6 ore si passa dalle maniche corte al vento gelido invernale che viene scambiato per venticello e che invece è proprio quello che ti fa prendere la mazzata: “Non ti do il bacio perché sto ucciso! Tosse, raffreddore, mal di gola…mi sono precipitato!”. Alzi la mano chi è stato in queste condizioni in questi giorni!
Gli unici a far festa sono sicuramente i venditori di medicinali, estimatori (soltanto per ragioni professionali ovviamente) di questi repentini cambi di temperatura e di tutti coloro che hanno il malaugurio facile: “i soldi te li devi spendere tutti a medicine” state of mind! Nel mese di novembre le farmacie sono affollate come un negozio di cinesi nel periodo di Natale ma di quest’ultimo pensiero ne parleremo sicuramente più in là!
Della fazione opposta ai farmacisti c’è una categoria di lavoratori forse sottovalutata e a cui davvero in pochi pensano: i commercianti! Fossi uno di loro, le mie bestemmie si sarebbero sentite fino al buco dell’ozono visto che la stagione autunno-inverno è diventata solo “stagione inverno e basta”. Piumini, impermeabili, maglie cosiddette di mezzo tempo non servono più perché o “fanno sudare perché stanno 20°” oppure “sono troppo leggere, con il freddo che fa cado sicuro malato!”. Secondo me alle riunioni delle associazioni dei commercianti passano il tempo a fare la danza della pioggia (e giustamente direi!)
Tra starnuti e colpi di tosse, c’è ovviamente chi si lamenta. Chi si lamenta non del clima impazzito ma del fatto che non ci siano più i 20° di qualche settimana fa e mi convinco sempre più passo dopo passo, status dopo status, che si è perso il senno. Incuranti della criticità mondiale del cambiamento climatico e del surriscaldamento globale, troppe persone si lamentano del fresco e della pioggia a novembre, mese cardine dell’autunno, invocando le belle giornate e il clima mite, infischiandosene di tutto ciò che queste anomalie metereologiche stanno comportando alle coltivazioni, alla flora e alla fauna.
La nostra amata regione non può considerarsi un’isola caraibica dove l’estate dura 12 mesi! Non lo è mai stata e se ci sta diventando deve esserci poco da gioire, anzi nulla! Chi si fa foto mentre si fa il bagno a mare a novembre e le pubblica sui social scrivendo “e se è un sogno non svegliatemi” io invece ti dico APRI GLI OCCHI. Te lo dice qualcuno che qualche anno in più di te ce l’ha. Fino a 30-40 anni fa, l’estate era segnata dal passo delle vacanze scolastiche: iniziavano a maggio e finivano il 1° settembre, giorno in cui si ritornava a scuola, le giornate si accorciavano e l’estate lasciava spazio all’autunno. Nel giro di pochi anni tutto è cambiato e adesso le castagne invece di accompagnarle con un buon rosso o con un buon vincotto, le accompagniamo con una birra ghiacciata, sicuramente più consona alla temperatura e al clima.
Quindi miei cari concittadini e miei cari corregionali apriamo bene gli occhi sul presente e soprattutto sul futuro. La strada? Beh, quella è sempre tracciata dalla generazione scolastica. Se prima in questo periodo gli studenti scioperavano per i termosifoni spenti, adesso c’è il rischio sciopero per i condizionatori non presenti nelle aule. A buon intenditor, poche parole.